Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Il Barboncino nano, oltre a rientrare tra le razze canine più popolari in assoluto, ha saputo guadagnarsi la reputazione di cane fedele, vivace e intelligente, caratteristiche che ne fanno un ottimo animale da compagnia. Leggete il nostro articolo se desiderate saperne di più.

 

Per molti aspetti, il Barboncino nano rappresenta l’archetipo del classico cane da compagnia, amato e diffuso in tutto il mondo, oltre che per la stazza “mini”, anche per la sua indole mansueta e il carattere vivace. Scopriamo di più su questa affascinante specie canina.

 

La genesi della razza

Il cane Barboncino è uno stretto discendente del Barbet, una razza di origine africana che giunse nella penisola iberica alla fine del XIX secolo e venne incrociata con i cani d’acqua portoghesi. Successivamente entrambe le razze si separarono grazie agli sforzi degli allevatori che volevano creare un cane da riporto per le prede uccise in acqua durante la caccia. 

In virtù del loro carattere socievole, estremamente fedele e gioviale, i Barboncini cessarono di essere dei cani da caccia per diventare animali domestici a tutti gli effetti e già nella Francia dell’Undicesimo secolo iniziarono a essere considerati la razza nazionale.

Da quel momento in poi gli allevatori cercarono di ottenere un mantello colorato uniforme, evitando macchie e altre pezzature indesiderate. Nel 1922 a Parigi fu fondato il Pudel Club e pochi anni dopo, nel 1936, la Federazione Cinofila Internazionale fissò lo standard di razza, sebbene la specie fu catalogata ufficialmente solo nel 1984.

Carattere e comportamento

I barboncini toy sono cani attivi, obbedienti ed estremamente intelligenti, fattori che lo rendono una razza facile da addestrare ed educare. Dal momento che stiamo parlando di esemplari particolarmente socievoli, la solitudine eccessiva e ripetuta fa sì che questo cane barbone manifesti comportamenti indesiderati e difficili da gestire, come la distruttività, lo stress e latrati incessanti.

Ideale per le famiglie con bambini grazie al suo temperamento affabile e la spiccata energia, si pone come il compagno ideale per i piccoli di casa ed è anche in grado di socializzare molto bene con altri animali domestici, purché la conoscenza con i potenziali coinquilini avvenga durante il primo anno di vita per evitare che si sviluppi una marcata territorialità.

 

Caratteristiche morfologiche della razza

Secondo i dettami della FCI, i Barboncini vengono classificati in quattro diverse varianti in base alla taglia: toy, nano, medio e grande, ma noi oggi ci concentreremo sul più piccolo di tutti. I Barboncini Toy sono, infatti, cani nani di piccola taglia che raggiungono un’altezza al garrese tra 24 e 28 cm, mentre il peso oscilla solitamente tra 2 e 2,5 kg. 

Di questa categoria fanno parte due tipi di barboncino che si distinguono per il tipo di manto: quelli con il pelo arricciato e mosso con mantello folto e abbondante, e quelli con il pelo molto fino, morbido e lanoso altrettanto abbondante. Il colore può essere marrone, nero, grigio, arancione, rossastro o bianco, ma sempre monocromatico e uniforme.

Come gestire al meglio un Barboncino Toy

A causa delle caratteristiche del pelo, il Barbone Toy deve essere spazzolato quotidianamente per evitare la formazione di nodi e l’accumulo di sporco. Anche la qualità del riposo è importante per impedire che l’animale accumuli stress e tenga comportamenti inappropriati, perciò non dimenticate di fornirgli un cuscino per cani adeguato alla sua taglia. Per quanto riguarda la toelettatura, è consigliabile fargli il bagno una volta al mese e non trascurare l’igiene degli occhi, delle orecchie, dei denti e delle unghie come parte delle cure di base.

Un altro aspetto fondamentale di cui tenere conto è la stimolazione fisica e mentale, visto che stiamo parlando di un cane molto attivo fisicamente, con una mente sveglia e che richiede un’attività fisica superiore rispetto ad altre razze simili. Il proprietario dovrebbe, inoltre, portarlo fuori almeno due-tre volte al giorno, oltre a farlo giocare spesso o fargli praticare qualche sport canino. Infine, non bisogna mai trascurare l’importanza di una dieta sana ed equilibrata, che inciderà sulla qualità del pelo e sulla salute generale dell’animale.

Dal momento che da adulti questi cani tendono a essere riservati nei confronti degli estranei, è altresì importante iniziare un adeguato percorso di socializzazione fin da cuccioli. Il periodo ideale dovrebbe iniziare a tre settimane e terminare a circa tre mesi di vita, in modo da permettere al cucciolo di imparare a relazionarsi con tutti i soggetti (umani e non) con cui verrà a contatto in futuro, altrimenti potrebbe manifestare problemi di adattamento alla vita sociale, sviluppando paura e aggressività.

Nel caso in cui non si riuscisse a farlo socializzare da soli, ci si può rivolgere a un educatore canino affinché adotti tutte le strategie del caso per riuscire nell’intento, senza provocare traumi o stress all’animale. Dovrete, inoltre, insegnargli a fare i bisogni fuori casa e inibire il morso, mentre per stimolare la sua mente – quando avrà completato il piano vaccinale – potrete portarlo a spasso anche più volte al giorno per farlo sgambare, oltre a introdurre qualche esercizio di educazione e obbedienza di base che includa il sedersi, il fermarsi o il camminare al passo.

Quanto ai problemi di salute, i Barboncini Nano possono essere soggetti ad alcune patologie associate alla genetica della razza, come il glaucoma o l’atrofia progressiva della retina, l’ipotiroidismo, che colpisce gli ormoni tiroidei, l’epilessia e l’otite, oltre ad alcune malattie cutanee tra cui funghi, allergie o piodermite.

Per prevenire e affrontare la maggior parte di questi problemi di salute è importante effettuare una visita di controllo dal veterinario ogni 6 o 12 mesi, in modo da identificare tempestivamente qualsiasi anomalia. Infine, è fondamentale seguire scrupolosamente il programma di vaccinazione e il calendario delle sverminazioni.

 

Dove acquistare un cucciolo di Barboncino Toy

Se avete deciso che tra i cani in miniatura i Barboncini Nani sono quelli più adatti a voi, non vi resta che cercare su internet degli allevatori riconosciuti e affidabili nella vostra zona. Il prezzo del barboncino nano varia notevolmente e dipende dalla linea di sangue da cui proviene.

Va detto, inoltre, che gli allevamenti di Barboncini Toy in Italia sono molto diffusi e offrono in genere soggetti con ottimi pedigree e buone caratteristiche fisiche, quindi da questo punto di vista avrete solo l’imbarazzo della scelta!

 

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

In questo articolo parleremo di riproduzione del cane, illustrando i benefici e le controindicazioni che derivano dalla castrazione e dalla sterilizzazione del proprio pet.

 

Della sterilizzazione, così come della castrazione, se ne dicono e sentono di tutti i colori tra rischi, vantaggi e benefici. Se anche voi avete dei dubbi in proposito, oggi cercheremo di scioglierli con una guida di facile consultazione che vi aiuterà a prendere le giuste decisioni.

 

Tempi e modalità di sterilizzazione del cane femmina

Prima di addentrarci nell’argomento ci preme chiarire alcuni concetti di base: la sterilizzazione consiste nell’asportazione chirurgica dell’utero e delle ovaie. Se vengono rimossi entrambi parliamo di ovarioisterectomia, mentre se vengono asportate le sole ovaie parliamo di ovariectomia.

In genere, il momento ideale per effettuare l’intervento dovrebbe ricadere nel mezzo del periodo che intercorre tra un calore e l’altro. Dal momento che le cagne vanno in estro ogni sei mesi, è quindi preferibile pianificare l’intervento tre mesi dopo le prime manifestazioni cliniche del ciclo riproduttivo. Questo perché durante o in vicinanza del calore aumenta l’irrorazione sanguigna degli organi genitali, con conseguente aumento del rischio di emorragia intraoperatoria. Si consiglia, pertanto, di sterilizzare in età giovane principalmente per avere un decorso post operatorio più breve e facilmente gestibile.

Inutile dire che quanto la programmazione sia dunque fondamentale per affrontare un intervento chirurgico di questa portata nel periodo ideale: per prepararsi adeguatamente all’intervento è bene eseguire una visita di controllo dal proprio veterinario, effettuando un esame del sangue pre-operatorio e un controllo cardiaco, anche se generalmente l’intervento viene eseguito in day hospital.

Il giorno dell’operazione il vostro cane dovrà restare a digiuno e, dopo una lieve sedazione, verrà sottoposto ad anestesia totale, in genere di tipo gassoso. Di norma, vengono impiegati punti di sutura interni così che al risveglio rimanga visibile solo una ferita e non sia necessario rimuovere successivamente i punti.

Nel decorso post-operatorio è consigliabile munirsi di una tutina o un collare elisabettiano per impedire che la propria cucciola si lecchi la ferita dolorante, compromettendo così la corretta cicatrizzazione. Dopo l’intervento si raccomanda, inoltre, qualche giorno di riposo mettendo a disposizione dell’animale un cuscino per cani facilmente lavabile e disinfettabile per tenere il più pulito possibile il sito di incisione, situato solitamente a livello della regione ventrale dell’addome.

 

Vantaggi della sterilizzazione del cane femmina

Prima di far sterilizzare il proprio cane occorre valutare attentamente sia i vantaggi sia i potenziali effetti negativi legati all’intervento. Per quanto riguarda i benefici, se la sterilizzazione viene eseguita precocemente, ossia nel periodo antecedente al terzo ciclo estrale, contribuisce a ridurre significativamente il rischio di sviluppare tumori mammari. Ciò è dovuto principalmente al fatto che tali neoplasie sono legate alla produzione degli estrogeni da parte dell’apparato riproduttore femminile. L’incidenza di questo tipo di tumori è molto elevata nelle cagne non sterilizzate e rappresenta la prima causa di decesso nei soggetti di sesso femminile. Va precisato, inoltre, che i tumori mammari che si vanno a sviluppare sono quasi sempre di tipologia maligna e manifestano un alto tasso di diffusione metastatica a livello di polmoni, fegato, milza e midollo osseo.

Un altro vantaggio nello sterilizzare il cane femmina è la prevenzione del malessere psicofisico legato al calore. Durante il loro periodo fertile alcune cagnette, specialmente quelle di piccola taglia, tendono a manifestare gravi disagi che vanno dai dolori addominali, spesso accompagnati da vomito, a fastidiosi disordini intestinali.

È stato altresì dimostrato che oltre il 30% delle cagne non sterilizzate precocemente è soggetto al rischio di contrarre la piometra entro il decimo anno di età. In questi casi, l’animale andrà sterilizzato d’urgenza perché in questa patologia l’utero si riempie di pus causando, in caso di rottura, una grave setticemia che potrebbe addirittura portare al decesso dell’animale.

Per non contare il fatto che una sterilizzazione d’urgenza comporterebbe un aumento dei rischi anestesiologici dovuti sia alla presenza dell’infezione sia all’età avanzata della paziente. Alcuni esemplari, inoltre, possono essere soggetti a gravidanze isteriche o pseudociesi, con conseguente formazione di latte nelle mammelle e sviluppo di mastiti.

Ovviamente, sterilizzando la propria cagnolina questo non potrà accadere proprio perché si tratta di sintomatologie dovute alla stimolazione ormonale, che nel cane sterilizzato non avviene. Per ultimo, ma non meno importante, effettuando l’intervento si evitano le cosiddette “cucciolate indesiderate” con conseguente riduzione del randagismo e tutti i problemi connessi.

 

Svantaggi della sterilizzazione del cane femmina

Prima di sterilizzare un cane femmina occorre ragionare attentamente sui potenziali rischi connessi all’intervento. A tal proposito, uno dei principali svantaggi della sterilizzazione è la possibilità di sviluppare incontinenza urinaria.

 

Non a caso, è stato stimato che nel 20% dei casi (perlopiù cagne di grossa taglia) può manifestarsi questa patologia. Inoltre, dal momento che dopo la sterilizzazione il metabolismo – soprattutto quello lipidico – rallenta, le cagnette tendono a muoversi di meno e mangiare di più, esponendosi a un maggiore rischio di sviluppare obesità con tutte le conseguenze che ne derivano.

Per questo motivo, sarà fondamentale una regolare attività fisica (intesa anche come un maggior numero di passeggiate o qualche esercizio di agility) e l’adozione di un regime alimentare mirato per garantire al proprio animale una vita sana e in perfetta salute.

 

Tempi e modalità di castrazione nel cane maschio

La procedura di castrazione nel maschio consiste nell’asportazione chirurgica dei testicoli ed è definita orchiectomia. L’intervento è considerato di routine e la procedura risulta essere meno invasiva rispetto alle femmine.

Essendo i testicoli del cane situati nel sacco scrotale, non sarà necessario entrare nella cavità addominale, quindi rischi e durata dell’intervento sono minori rispetto alla sterilizzazione. Inoltre, nella castrazione del cane maschio i tempi di recupero corrispondono generalmente a una settimana, salvo complicanze.

 

I vantaggi della castrazione del cane maschio

Nel cane maschio ci sono varie motivazioni per cui la sterilizzazione debba essere seriamente presa in considerazione. Innanzitutto, castrare elimina il rischio di vagabondare e scappare per seguire l’impulso di accoppiarsi, anche se va comunque precisato che si tratta di un comportamento sessuale che può essere riacquisito in qualsiasi momento.

Questo significa che un cane castrato già maturo sessualmente (una maturità che in genere si acquisisce verso i 4-5 mesi di vita) avrà sicuramente imparato a riconoscere le femmine in calore e – se ha già montato – non ridurrà il suo vagabondaggio nel momento in cui percepisce le cagne in estro. Tenete, però, presente che la castrazione riduce comunque il rischio di aggressioni e conflitti, cosa che si traduce in una ridottissima probabilità di incidenti automobilistici, ferite da morso e infezioni gravi.

Inoltre, come per le femmine, abbassa il rischio di insorgenza di tumori testicolari e di contrarre alcune patologie prostatiche. Recenti studi hanno, infatti, dimostrato come la castrazione abbia ridotto sensibilmente i casi di sviluppo di neoplasie su base ormonale, tra cui gli adenomi delle ghiandole anali. Infine, se vi state chiedendo quando sterilizzare il cane, la risposta dipende da diversi fattori, come la razza e la taglia dell’animale, quindi meglio chiedere consiglio al proprio veterinario per avere tutte le delucidazioni al riguardo.

 

Svantaggi castrazione del cane maschio

A oggi sappiamo che ci sono delle controindicazioni legata alla castrazione. La prima è che si tratta di un’operazione chirurgica definitiva e irreversibile, quindi occorrerà ragionare bene sul da farsi se si è intenzionati ad avere qualche cucciolata dal proprio cane.

Bisognerà, inoltre, considerare tutti i potenziali rischi correlati all’intervento, in particolar modo quelli inerenti all’anestesia necessaria per addormentare il paziente. Un altro svantaggio della castrazione è legato agli effetti che comporta sulla prostata: fino a qualche anno fa si pensava che la sterilizzazione potesse prevenire tutte le patologie connesse a questa ghiandola esocrina, ma in realtà è stato dimostrato esattamente l’opposto, con un aumento del rischio di sviluppare diverse patologie prostatiche, anche se comunque esistono alcune eccezioni di razza.

Le specie maggiormente predisposte a riscontrare questi problemi sono i Dobermann, i Pastori dello Shetland, gli Scottish Terrier, i Pointer e i Beagle. Inoltre, da recenti test è stata rilevata anche una maggiore probabilità di sviluppare il linfoma nei Golden Retriever. Altra cosa da considerare è che la sterilizzazione del cane maschio potrebbe aumentare il rischio di insorgenza di patologie ortopediche, tra cui la lesione del legamento crociato o la displasia dell’anca, soprattutto nei Labrador, Boxer e Pastori Tedeschi.

Anche sul successivo comportamento vanno fatte alcune precisazioni: premesso che la procedura non va in alcun modo a modificare il carattere dell’animale, si propone comunque di eliminare la componente ormonale del cane, modificandone di conseguenza alcuni istinti comportamentali di natura sessuale, come vagabondare, scappare di casa, aggressività verso i consimili e aumento delle marcature urinarie.

Allo stesso modo, però, è stato riscontrato che gli esemplari sterilizzati prima dei sei mesi di vita tendono ad avere spesso paura dei rumori forti e manifestano comportamenti sessuali atipici come per esempio montare oggetti inanimati o le gambe delle persone, senza contare gli effetti della sterilizzazione sull’obesità.

Dal momento che gli ormoni sessuali contribuiscono alla regolazione del senso di appetito e incentivano il metabolismo lipidico, questo porta i cani sterilizzati ad avere più fame del normale, con il rischio di mettere su peso e massa grassa. Anche in questo caso esiste una predisposizione di razza che favorisce l’aumento del peso e ne sono maggiormente soggetti il Labrador, il Golden Retriever, il Boxer, il Pastore dello Shetland, il Cocker, i Bassotti, i Beagle e alcune razze giganti come Terranova e Bovaro del Bernese.

A ogni modo, con un piano alimentare mirato e a basso contenuto di grassi si potrà evitare che il proprio amico a quattro zampe possa ingrassare. Infine, visto che il testosterone contribuisce a modulare la risposta immunitaria, nei cani castrati è possibile che ci sia un aumento di reazioni avverse alla stimolazione del sistema immunitaria o vaccinale.

 

Le alternative alla sterilizzazione nel cane maschio

Abbiamo oggi delle alternative per poter ottenere gli stessi pro che abbiamo elencato prima, senza andare incontro a tutti gli svantaggi che conseguono l’intervento. Si tratta della castrazione chimica del cane, che oltre a permettere al paziente di ottenere lo stesso risultato terapeutico – anche se non in maniera definitiva – evita ai nostri amici pelosi gli effetti collaterali che la letteratura scientifica ha posto in evidenza. 

Questo tipo di intervento consiste nel somministrare all’animale un farmaco a base di deslorelin che inibisce l’attività riproduttiva per un periodo di tempo limitato. Al momento esiste un unico prodotto autorizzato e registrato in Italia per la castrazione chimica ed è formulato in forma di impianto sottocutaneo a lento rilascio che favorisce la soppressione temporanea della sessualità nel cane maschio per circa sei mesi. In molti casi per entrambi i sessi è indicato anche per il trattamento di varie patologia della sfera riproduttiva maschile e femminile.

Quanto costa castrare un cane?

Il costo della sterilizzazione di un cane varia a seconda che si tratti di un esemplare maschio o femmina, poiché la complessità e la metodica dell’intervento sono diverse. Anche la spesa da sostenere sarà differente, oscillando in base alla zona in cui viene eseguito l’intervento. Da ricordare, inoltre, che prima della data stabilita, l’animale verrà sottoposto a una serie di controlli clinici, tra cui esame del sangue ed elettrocardiogramma. Attenzione però: sinceratevi che questi test siano inclusi nella cifra pattuita con la clinica, altrimenti potreste ritrovarvi a sostenere ulteriori spese aggiuntive.

Indicativamente, il prezzo per la sterilizzazione di una cagna oscilla tra 180 e 200 euro, mentre la castrazione del cane maschio è leggermente più economica, sui 100/150 euro. In alcune regioni italiane sono stati addirittura avviati dei programmi per il controllo della popolazione canina che offrono la possibilità a chi decide di adottare un cane dal canile di farlo sterilizzare gratuitamente – o a un costo agevolato – presso una struttura convenzionata.

A ogni modo, per sapere quanto costa sterilizzare un cane la cosa migliore è farsi fare un preventivo da diversi veterinari e confrontare i prezzi per capire come muoversi. Tuttavia, a prescindere dal costo, tenete presente che si tratta pur sempre di una spesa che dovremo sostenere per garantire salute e benessere al nostro amico a quattro zampe! 

 

 

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Il Golden Retriever ha tutte le qualità che in genere si ricercano in un buon cane da compagnia, dalla bellezza morfologica al carattere affabile e giocoso. Scopriamo di più su questa straordinaria razza.

 

Nella famiglia dei Retriever, la razza leader e trainante è sicuramente il Labrador che, però, in alcuni Paesi si è fatto rubare la fama dal Golden Retriver, le cui caratteristiche fisiche e comportamentali giustificano la sua notorietà a livello mondiale.

Oltre a ispirare fiducia a un gran numero di famiglie con bambini, si contraddistingue anche per la spiccata polivalenza, essendo capace di evolversi nelle discipline più svariate, come l’obbedienza, il salvataggio in acqua, la ricerca tra le macerie, l’assistenza alle persone con disabilità e la capacità di seguire le piste, grazie alla sua proverbiale intelligenza e la particolare attitudine all’apprendimento.

Nonostante il suo carattere docile e affettuoso, adottare un Golden Retriever cucciolo non è comunque una decisione da prendere a cuor leggero, poiché si tratta di una razza che necessita di molte cure e attenzioni, soprattutto in virtù della stazza fisica imponente e del pelo particolarmente lungo e folto, senza contare che alcuni esemplari potrebbero essere soggetti a patologie e malformazioni ereditarie.

In questo articolo cercheremo di fare luce sull’argomento, fornendo informazioni molto interessanti sulle origine, le caratteristiche fisiche e il carattere dei Labrador Golden Retriever, in modo da capire se questa razza è realmente quella che potrebbe fare al proprio caso.

Differenze tra Golden americano e inglese

Per quanto possano apparire molto simili tra loro, in realtà il Golden Retriever Inglese e quello di linea americana si differenziano in termini di taglia e temperamento. Paragonato al suo corrispondente britannico, la variante statunitense presenta una stazza e un peso leggermente superiori, anche se è meno massiccio e con un mantello generalmente più scuro.

Inoltre, lo standard inglese ha di solito una testa più ampia e può raggiungere un’altezza al garrese tra 55 e 60 cm, contro i 58-61 del suo cugino americano. Anche il colore del manto tende a variare in base alla linea di sangue, risultando più chiaro e spesso nella variante britannica e più scuro e lungo in quella americana.

In entrambe i casi, nello standard ufficiale della razza sono ammesse tutte le tonalità a eccezione del bianco (da non confondere con il “crema”), che non è tollerato né per i Golden Retriever Inglesi né per la controparte americana.

 

Le origini del Golden Retriever

Come già anticipato, nella famiglia dei Retriever il più famoso è sicuramente il Labrador, con cui però il Golden Retriver si contende la popolarità. Le sue origini risalgono a un esemplare di colore giallo di nome “Nous” appartenuto nel 1865 allo scozzese Lord Dudley duca di Tweedmouth.

Sembrerebbe che dall’incrocio con una razza oggi scomparsa, il Tweed Water Spaniel, nacquero dei cuccioli con peculiarità che saranno poi attribuite al Golden Retriver, consentendo così di fissare le caratteristiche future della razza. Tuttavia, fu solo nel 1913 che lo standard venne inserito nello Sporting Group del Kennel Club, ossia due anni dopo la fondazione dell’associazione di razza “Golden Retriever Club”, per poi essere esportato in Europa e soprattutto nel Nord America.

Piccola curiosità: il nome deriva dalla fusione delle parole Golden che significa “dorato” e Retriver “che riporta” proprio per indicare le due caratteristiche principali di questo cane, ossia il colore peculiare del mantello e l’appartenenza al gruppo dei cani da riporto a terra e in acqua.

 

Caratteristiche fisiche

Morfologicamente il Golden Retriever è un cane di tipo braccoide, ossia caratterizzato da una testa ben cesellata e proporzionata, con cranio ampio e un bell’attacco con il collo. Le orecchie appaiono cadenti e piatte sulle guance con attaccatura approssimativamente in parallelo agli occhi, mentre il corpo è ben proporzionato con linea superiore orizzontale, spalle forti, muscolose e corte, e un petto molto profondo nella regione sternale. La coda lunga e portata a livello del dorso raggiunge il garretto ma non si arrotola mai all’estremità.

Quanto al mantello, il pelo è in genere piatto e leggermente ondulato, con frange molto morbide ed estremamente sottili al tatto, mentre il sottopelo è fitto e impermeabile. Sul fronte delle colorazioni, come già sottolineato, qualsiasi tonalità è ammessa purché il manto non sia né rosso né mogano, e viene tollerata la presenza di qualche pelo bianco unicamente sul petto.

Tenendo conto di tutte queste caratteristiche previste per lo standard di razza, appare evidente come il costo del Golden Retriever non sia propriamente economico, ma a fronte delle numerose qualità e della indiscussa bellezza di questi dolcissimi cagnoni, riteniamo che si tratti di soldi ben spesi.

 

Golden Retriever: carattere e benessere

Passando al carattere, il Golden Retriever ha numerose caratteristiche comportamentali che gli sono valse la sua fama a livello mondiale: intelligente e affettuoso, ha una dolcezza proverbiale che spiega il suo successo come cane di famiglia, rivelandosi particolarmente adatto ai bambini verso i quali dimostra grande affettuosità e interazione.

In virtù di tutte queste caratteristiche, oltre ovviamente che per il suo portamento elegante, l’agilità nei movimenti e lo spiccato coraggio, viene spesso impiegato per la pet therapy, nell’assistenza a persone non vedenti o con handicap fisici e perfino come cane da salvataggio in mare, anzi dal momento che si tratta di un animale che ama molto l’acqua, posizionare una piscina per cani in giardino o sul balcone lo renderà di sicuro felice.

Sebbene i Golden Retriever godano generalmente di buona salute, come la stragrande maggioranza dei cani di taglia grande è soggetto ad alcune malformazioni ereditarie come la displasia dell’anca, un’anomalia della conformazione dell’articolazione coxo-femorale che si riscontra occasionalmente negli esemplari di questa razza, con conseguente artropatia degenerativa, alterazioni dell’andatura e zoppie. Proprio per evitare questi inconvenienti è importante fornirgli uno spazio idoneo dove poter correre e giocare, anche perché non ama stare per troppo tempo al chiuso.

Per quanto riguarda la nutrizione, a seconda dell’età e delle caratteristiche fisiche si dovrà approntare un regime alimentare specifico dietro indicazione del proprio veterinario, ma se state pensando a una dieta casalinga ricordate che questi cani hanno bisogno di ingerire diversi tipi di alimenti per ottenere tutti i nutrienti necessari a mantenersi in salute (e a tal proposito il miglior frigorifero side by side vi aiuterà a conservare al meglio i pasti preparati in anticipo). Infine, ricordiamo che il prezzo di un Golden Retriver di razza, dotato di pedigree, oscilla tra 1.200 e 2.500 euro.

 

 

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Oltre a essere una delle razze canine più antiche al mondo, lo Shi Tzu è un cane molto intelligente, sempre brioso e dal carattere socievole. Scopriamo di più su questo piccolo leone tibetano dalla testa a crisantemo.

 

Lo Shih Tzu è una razza canina tibetana che ha saputo conquistare il cuore degli estimatori grazie al portamento altero e la faccia che somiglia a un crisantemo. Anche il suo temperamento offre originali particolarità, tanto da permettergli di diventare un compagno di vita ideale, sempre brioso e allegro. Oggi analizzeremo nel dettaglio le virtù e le caratteristiche fisiche di questo perfetto cane da compagnia.

 

Un po’ di storia

Lo Shih Tzu ha un mantello sfarzoso e un look molto speciale. Sebbene il suo nome significhi “leone del Tibet”, è un cane molto piccolo, robusto e abbondantemente ricoperto di pelo, che colpisce soprattutto per il suo caratteristico portamento spavaldo e fiero. Particolarmente socievole, anche con persone estranee, ha una buona capacità di adattarsi alla vita di appartamento, rivelandosi molto affettuoso con i bambini e riuscendo ad andare tranquillamente d’accordo con altri animali domestici.

Quanto alle origini, la storia di questa razza canina cinese inizia nel XVII secolo, quando alcuni cani di piccola taglia, precursori del pechinese odierno, vennero importati in Tibet e incrociati con il Lhasa Apso tibetano, dando così origine a questi leoni in miniatura che presero parecchio piede nelle Corti cinesi.

Il primo esemplare di Shih Tzu arrivò nel Regno Unito solo nel 1930 ma ci mise veramente poco a diffondersi in tutto il continente europeo grazie alla sua peculiare bellezza e le buone doti di cane da compagnia.

 

Il temperamento dello Shih Tzu

Nell’allevamento degli Shih Tzu, oltre alle caratteristiche fisiche, si da molta importanza anche al carattere degli esemplari, che è generalmente allegro e gioviale. Questo cane, infatti, non sa tenere il broncio per più di qualche minuto, anche se la sua espressione appare sempre un po’ imbronciata e sussiegosa.

Curiosissimo, intelligente e molto reattivo, trasuda gioia di vivere da tutti i pori, tanto è vero che viene considerato un ottimo antistress da chi ne possiede uno e consigliato soprattutto alle persone che vivono sole e i bambini dal carattere più introverso.

Anche se verso gli estranei mostra una certa riservatezza, la mette rapidamente da parte se il nuovo arrivato si dimostra gentile con lui e gli fa qualche coccola. Tuttavia, se il feeling non scatta, lo Shih Tzu inalbera una certa aria di superiorità e mantiene le distanze pur senza mai divenire mordace o aggressivo.

Inoltre, si tratta di un cane adatto anche alle persone anziane perché non necessita di molto esercizio fisico, anzi se potesse rimarrebbe tutto il giorno sdraiato sul divano a poltrire ma è giusto che faccia un po’ di moto per evitare che una vita troppo sedentaria nuoccia alla sua salute. Date le piccole dimensioni, sarà sufficiente fargli fare una breve passeggiata al giorno per 10-15 minuti o magari disporre una piscina per cani in giardino affinché possa nuotare e sguazzare in acqua quando ne ha voglia.

Caratteristiche fisiche

L’aspetto generale è quello di un cane robusto, dal mantello abbondante e caratterizzato da un portamento orgoglioso, oltre ovviamente che dal peculiare muso a crisantemo. La testa è larga, rotonda e più ampia tra gli occhi, mentre il lungo pelo – fermato in genere con un elastico sul cranio – ricade ai lati della testa e si unisce al quello delle orecchie. L’andatura è fiera ed elegante, mentre i movimenti sono fluidi con buone estensioni anteriori e forti propulsioni posteriori.

Il mantello è particolarmente lungo e folto ma mai riccio, anche se è comunque ammessa una leggera ondulazione. Inoltre, l’altezza al garrese non deve mai superare i 26-27 cm e il pelo della testa deve essere raccolto in un ciuffo. Quanto alle gradazioni cromatiche del manto, lo standard di questa razza ammette tutti i colori, ma la striscia sulla fronte e la punta bianca della coda sono particolari che rendono gli esemplari pluricolore più appetibili.

Generalmente, gli Shih tzu cuccioli hanno il pelo corto e un mantello dai colori più intensi che durante la crescita, però, tendono a schiarire leggermente.

 

Il cane Shih Tzu fa per me?

Quando si cerca un cane da compagnia si è portati a scegliere una qualsiasi razza di piccola taglia ritenendo che tutti i “toy” siano adatti a una vita tra divani, poltrone e giochi con i bambini. Tuttavia, dal momento che piccolo non sempre significa docile, tranquillo e socievole, per trovare riunite tutte queste doti è necessario puntare su cani da compagnia selezionati appositamente per questo scopo in base a precisi criteri fisici e caratteriali.

Ebbene, lo Shih Tzu rientra sicuramente tra questi: l’affabilità con bambini, la spiccata intelligenza, l’ubbidienza e la capacità di vivere senza problemi anche in spazi ridotti hanno reso questo piccolo cane orientale, passato sotto l’egida della Gran Bretagna ma di nascita tibetana, un perfetto compagno per tutta la famiglia.

 

Cura e toelettatura

Per quanto sia bello e caratteristico, il mantello di uno Shih Tzu è piuttosto impegnativo da mantenere pulito a causa della particolare lunghezza. Il discorso, però, cambia a seconda che si tratti di un esemplare da compagnia o da mostra: nel primo caso basterà un semplice bagno ogni 15-20 giorni e una spazzolata quotidiana, mentre nel secondo la toelettatura sarà di gran lunga più complicata, richiedendo più bagni infrasettimanali, l’applicazione di balsami specifici e un grande utilizzo di spazzole e phon.

A dispetto dell’apparenza fragile, lo Shih Tzu è un cane robustissimo che difficilmente si ammala e con un’aspettativa di vita piuttosto lunga (anche fino a 18 anni). Come per la maggior parte dei cani d’affezione, anche con questa razza bisogna stare molto attenti all’alimentazione, evitando che l’animale ingrassi troppo o, peggio, che si rovini il fegato con dolcetti e biscotti.

Inoltre, è fondamentale pulire regolarmente gli occhi e i condotti uditivi, che sono maggiormente soggetti a infiammarsi. Vista la conformazione del cranio, le cavità oculari tendono a sviluppare ulcere corneali e cheratiti secche, per cui è sempre consigliabile legare sopra la testa il ciuffo di peli che ricade sugli occhi e pulirli almeno una volta la settimana con acqua borica o camomilla.

Shih Tzu prezzo

Se avete intenzione di acquistare un cucciolo di Shih Tzu, sappiate che quelli muniti di pedigree e dotati di buone caratteristiche fisiche e comportamentali possono costare anche 800 euro. Per quel che riguarda gli allevamenti, come ogni razza anche questa necessita di una certa conoscenza e cure specifiche, ma dal momento che nel nostro Paese ci sono molti club ufficiali dedicati, non dovrebbe risultare difficile trovare un allevatore serio e riconosciuto che vi aiuterà a individuare un esemplare adatto alle vostre esigenze.

 

 

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Direttamente dal V Gruppo delle razze canine, oggi vi presentiamo il Siberian Husky, un cane nordico da slitta che ha saputo distinguersi per il carattere docile e socievole. Dalle caratteristiche morfologiche al temperamento, scopriamo tutto quello che c’è da sapere su questo maestoso esemplare delle nevi. 

 

Il Siberian Husky è un cane sveglio e vivace che si contraddistingue per la proverbiale dolcezza del suo carattere. Nonostante l’aspetto ricordi il lupo della Siberia, non ha l’istinto di proprietà tipico dei cani da guardia, anche se alcuni esemplari adulti tendano a mostrare una certa riservatezza e dignità. I magnetici occhi di ghiaccio e lo splendido mantello bicolore, tratti distintivi dell’Husky Siberiano, riportano alla mente le incontaminate distese innevate dell’Alaska, dove la specie ha avuto la sua massima diffusione.

Tenuto conto della sempre maggiore presenza di questa razza nelle nostre società e della costante diversificazione dei ruoli che riveste, è naturale chiedersi da dove provenga e come si siano instaurati i legami che lo hanno reso così vicino all’uomo. Nel tentare di sciogliere i vostri dubbi, oggi esamineremo tutti i vantaggi dello scegliere un cane Husky come compagno di vita e vi daremo alcune informazioni utili per imparare a conoscerlo meglio.

Le origini della razza

Il Siberian Husky è una razza molto antica che ha avuto la sua massima selezione in Alaska a seguito dell’importazione di alcuni esemplari dalla Russia, dove venivano allevati da una popolazione siberiana per utilizzarli nelle competizioni con le slitte.

Sebbene al loro esordio nella regione dell’Artide Nordamericano vennero derisi per la taglia nettamente inferiore rispetto a quella dei cani normalmente usati per questo scopo, ben presto iniziarono a mietere una lunga serie di successi sui campi di gara e nel gennaio del 1925 vennero definitivamente consacrati per merito di un’impresa da loro compiuta che salvò molte vite umane.

È noto, infatti, che in quel periodo un gruppo di temerari Husky, tra cui anche i celebri Balto e Togo, percorsero in una settimana 1.080 km in condizioni climatiche avverse per consegnare alla città di Nome il siero necessario a sconfiggere un’epidemia di difterite, dando prova di grande tenacia, forza e dedizione. Quello storico evento è stato poi celebrato nel famoso film d’animazione prodotto dalla Amblimation e immortalato dalla Statua di Balto al Central Park di New York, contribuendo in maniera significativa alla diffusione della razza in tutto il mondo.

Ancora oggi questo cane siberiano viene usato in numerose gare di traino delle slitte (tra cui anche l’Iditarod che ripercorre lo stesso percorso compiuto da Balto e compagni) e come cane da lavoro in virtù della sua proverbiale intelligenza e dell’instancabile forza di volontà, due caratteristiche che gli hanno permesso di diventare anche un fedele animale da compagnia, particolarmente apprezzato dalle famiglie con bambini.

Morfologia e caratteristiche fisiche

Sebbene il nome corretto della razza sia “Siberian Husky”, qualcuno chiama il cane anche Pastore Siberiano per via della struttura fisica molto robusta e armoniosa che dona agli esemplari un aspetto da lupo.

È un cane di media taglia, agile e aggraziato nei movimenti, con un fisico moderatamente longilineo in rapporto alla mole e dal montello ricco di pelo. Le orecchie, relativamente piccole, sono erette e leggermente inclinate in avanti, mentre la coda a spazzola dalla tipica forma a falce rivela la sua origine nordica. Il manto si compone di due strati: un sottopelo fitto e morbido al tatto che lo protegge dal freddo, e un rivestimento esterno folto e dritto che gli conferisce un aspetto particolarmente voluminoso.

Quanto alle tonalità, nello standard di razza tutti i colori, dal nero al bianco totale, sono ammessi purché il pelo appaia uniforme e con transizioni nette tra aree scure e chiare. Se siete persone attive, un Husky Siberiano cucciolo potrebbe essere la scelta ideale perché, visto il suo amore per la corsa e la vita all’aria aperta, vi accompagnerà in tutte le vostre attività sportive senza mai stancarsi, rivelandosi anche un eccellente lavoratore pieno di buona volontà.

Trattandosi di un cane particolarmente atletico è chiaro che avrà bisogno di continui stimoli mentali e fisici per crescere forte e in perfetta salute, quindi meglio attrezzarsi con qualche gioco di agility e di intelligenza che gli permetta di mantenersi in forma sia durante le fasi di crescita sia in età adulta.

Carattere Husky Siberiano

Oltre che per la palese bellezza, gli Husky si sono guadagnati il titolo di ottimi cani da compagnia grazie alla loro indole estroversa, amichevole e affettuosa, che viene fuori soprattutto nelle interazioni con i bambini. Anche se in casa tende spesso ad assumere un comportamento vigile, non può considerarsi un vero e proprio cane da guardia perché non mostra diffidenza verso gli sconosciuti e non è aggressivo nei confronti di altri animali.

Oltre a rientrare tra le razze più intelligenti e docili che l’uomo abbia addomesticato, ama aiutare chi considera parte della sua famiglia, verso la quale dimostra lealtà e ubbidienza incondizionata. Inoltre, adora i giochi di stimolazione mentale e fare esercizio fisico, per cui le attività di agility sono un’ottima opzione per i cani di questa razza, sia che si tratti di un Husky nano sia di un esemplare di taglia medio-grande.

Dal fisico generalmente forte e muscoloso, sono capaci di adattarsi a diversi ambienti poiché mutano il pelo a seconda del clima del luogo in cui vivono. Per quanto riguarda l’addestramento, visto che ogni Siberian Husky ha una sua personalità e considerato che non tutti gli esemplari sono svegli e curiosi allo stesso modo, è importante far socializzare il proprio cucciolo con diverse persone e animali per far sì che diventi socievole ed equilibrato anche da adulto.

Cura e benessere

Avete mai visto un Husky senza pelo? Se la risposta è no, la cosa non ci sorprende affatto perché solo un pazzo potrebbe decidere di rasare un cane dal manto così bello, folto e morbido.

Scherzi a parte, se il vostro è un Husky a pelo lungo dovrete spazzolarlo regolarmente, soprattutto nei periodi di muta, per mantenere il pelo pulito e in ordine. Allo stesso modo, si raccomanda di fargli il bagno almeno una volta al mese e di portarlo a passeggio due o tre volte al giorno per un’ora e mezza in totale, senza ovviamente dimenticare la museruola e il guinzaglio per tenere a bada la sua indole vivace e giocherellona, che non piace proprio a tutti.

Vi ricordiamo, inoltre, che anche l’alimentazione è estremamente importante e deve essere sempre di qualità perché da questa dipenderà, non solo lo stato di salute dell’animale, ma anche l’aspetto del suo pelo. Quanto alle patologie di razza riconosciute, negli Husky compaiono principalmente quando si fanno accoppiare esemplari consanguinei, fattore che favorisce la comparsa sia di problemi agli occhi, tra cui la distrofia della cornea e l’atrofia progressiva della retina, sia di disturbi meno frequenti come la displasia dei gomiti e dell’anca.

Se dopo aver letto il nostro articolo vi siete decisi ad acquistare un Siberian Husky cucciolo, potete rivolgervi alle numerose Associazioni Nazionali per individuare degli allevatori seri e affidabili, tenendo conto però che il prezzo di un esemplare con pedigree si aggira intorno ai 1.500 euro.

 

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Lo Shar Pei è un cane molosso di taglia media che si adatta bene alla vita di appartamento. Scopriamo di più su questa affascinante razza del mare cinese meridionale.

 

Quando si parla di molossoidi, solitamente si pensa a cagnoni possenti e di statura imponente, capaci di arrivare anche a 60 chilogrammi di peso. Tuttavia, esistono anche i “mini molossi” che hanno ben poco da invidiare ai loro cugini di grossa taglia per quel che riguarda i muscoli, il coraggio e la lealtà, pur presentando proporzioni decisamente ridotte.

Si tratta, infatti, di splendidi e vivaci cani da compagnia che ben si adattano alla vita in appartamento, a patto però che il loro padrone li faccia muovere a sufficienza. I più diffusi sono tre: lo Sharpei e il Carlino, entrambi di origine orientale, e il Bulldog Francese nato invece in Europa.

Oggi vogliamo concentrare la nostra attenzione sulle caratteristiche fisiche e comportamentali dello Shar Pei, un simpaticissimo cane rugoso che ama stare a stretto contatto con la propria famiglia, verso la quale nutre un affetto profondo e incondizionato.

Storia della razza

Perfetti per chi ama i cani di tipo molossoide ma non dispone di molto spazio esterno, questi piccoli giganti non dimenticano la loro origine antica. Anche se, in alcune circostanze, il cane Sharpei tende a sfoderare grinta e coraggio da leone, con i membri della sua famiglia si dimostra tenero, dolce e affettuoso come può essere solo un cane che vive da secoli a strettissimo contatto con l’uomo.

Il termine “Sharpei” in cinese significa cane dalla pelle di sabbia, un nome che per chi non conosce la razza potrebbe apparire alquanto bizzarro, ma appena se ne vede uno diventa tutto più chiaro. A prima vista, questo particolare cane con le rughe sembra quasi uno scherzo della natura, quando in realtà la sua selezione è stata intenzionale al fine di ottenere degli esemplari assolutamente unici e dall’aspetto peculiare.

Secondo la leggenda, la sua storia ha inizio in Cina – precisamente nella città di Dialak (a pochi chilometri da Kwun Tung) – nel 2.000 a.C., quando alcuni molossoidi originari del Tibet vennero incrociati con cani da caccia di piccola taglia per creare degli animali domestici che assomigliassero al drago Lung protettore delle acque, anche se in realtà il vero intento della selezione era quello di costituire una nuova razza da guardia e da combattimento.

Nonostante l’immediato successo riscosso dai primi esemplari, questo animale ha più volte rischiato l’estinzione durante i regimi dittatoriali che si sono susseguiti in Cina a partire dal 206 d.C., ma grazie agli sforzi di alcuni ricercatori di Hong Kong la razza venne preservata per poi essere importata nel nostro continente negli anni Settanta. Oggi ne esistono due tipi: lo Shar Pei Americano, di statura più piccola e con rughe più marcate, e quello tradizionale cinese, generalmente più snello, alto e dal pelo più corto.

Caratteristiche fisiche e comportamentali

L’aspetto generale dello Shar Pei è compatto e robusto, sta ben piantato a terra nella tipica posizione del guerriero e presenta solitamente una testa più grande rispetto al corpo. Anche se oggi è diffuso principalmente come cane da compagnia, non ha del tutto dimenticato la sua indole da combattente, tant’è vero che spesso tende a reagire con decisione quando viene provocato. Al di fuori di queste circostanze, però, si dimostra un cane dolce, equilibrato e capace di sviluppare un forte attaccamento verso il padrone, anche se non è tipo da troppe smancerie.

Sebbene le caratteristiche rughe sulla testa gli diano un’aria perennemente imbronciata e austera, si tratta di un cane vivace e dalla traboccante gioia di vivere, specie adesso che non è più impegnato in feroci combattimenti e non viene più servito in tavola come cibo prelibato, cosa che purtroppo è avvenuta nei periodi più bui della sua storia.

Gioca volentieri con tutti, bambini compresi, e da cucciolo impara con facilità i comandi di base, anche se in certi casi appare un po’ testardo. Lo Sharpei, infatti, può diventare particolarmente ostinato quando non riesce a instaurare un buon rapporto con il padrone, il che è dovuto al fatto che si tratta un cane molto sensibile che necessita di un costante contatto umano e tanto amore. Tuttavia, se ne trova a sufficienza diventa un irriducibile difensore della sua famiglia pur senza essere eccessivamente aggressivo nei confronti degli estranei, verso i quali mantiene inizialmente un certo riserbo per poi fare amicizia una volta accertate le buone intenzioni.

Fortunatamente, la sua innata attitudine alla lotta oggi la esprime solo durante il gioco, esibendosi in divertenti corpo-a-corpo tipici delle razze molossoidi. Questo istinto, infatti, è duro a morire perché viene tramandato da una generazione all’altra dagli stessi genitori, che sono soliti insegnare a lottare ai cuccioli, dimostrando una tipica saggezza orientale.

Cura e benessere

Come facile intuire dalle pieghe che ha, si consiglia di spazzolare lo Sharpei una o due volte la settimana con un pettine apposito per evitare dolorose irritazioni della pelle e mantenere il pelo perfettamente pulito. Per quanto riguarda l’esercizio fisico, questa razza non ha particolari esigenze e vive benissimo anche in piccoli appartamenti, meglio se attrezzati con idonei cancelletti per cani in modo da proteggere l’animale da potenziali incidenti domestici.

Tuttavia, per garantire una buona tonicità alla massa muscolare e impedire che il cane ingrassi troppo – cosa che nuocerebbe alla sua salute – è indispensabile una buona passeggiata quotidiana, possibilmente unita a una bella corsa senza guinzaglio. D’estate è consigliabile che gli esercizi fisici vengano riservati alle prime ore del mattino o la sera tardi poiché, come tutti i molossoidi, anche lo Sharpei può accusare colpi di calore e difficoltà respiratorie sotto il sole cocente

Quanto alle patologie di razza riconosciute, la più frequente è la Febbre dello Shar Pei (FSF), una malattia ereditaria che si manifesta con innalzamento della temperatura corporea e gonfiore anomalo a livello dei garretti, sfociando in alcuni casi in amiloidosi del fegato e dei reni. Bisogna prestare attenzione anche alla displasia dell’anca, che si riscontra occasionalmente nei soggetti di questa specie canina, e alla cosiddetta entropion, una malposizione palpebrale che comporta la rotazione della palpebra verso la parte interna dell’occhio, causando la cecità se non curata tempestivamente.

Quanto costa uno Shar Pei cucciolo?

Un molosso in formato ridotto come questo è sempre un’attrazione irresistibile: se gli adulti appaiono buffi e divertenti, si può immaginare quanto uno Sharpei cucciolo, così pieno di pieghe, susciti in tutti una gran voglia di ricoprirlo di coccole proprio perché sembra fatto di gomma. Per quanto riguarda il costo, se fino a qualche anno fa era considerata una delle razze canine più costose al mondo, oggi il prezzo dello Sharpei si attesta nella fascia medio-alta, tra 500 e 800 euro.

Inutile dire che acquistare un cucciolo da un allevatore improvvisato è sempre sconsigliato, anche perché molti esemplari – soprattutto lo Sharpei nero nato da riproduttori con mantello colorato diluito – hanno problemi di salute congeniti e diversi difetti caratteriali.

 

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Oggi faremo la conoscenza di un simpaticissimo cagnone conosciuto per il suo aspetto leonino e la caratteristica lingua blu. In questo articolo scopriremo tutto quello che c’è da sapere su questa antica razza di origine cinese che tutti chiamano scherzosamente “Ciao Ciao”.

 

Il Chow Chow – o Chou Chou che dir si voglia – rientra tra razze canine cinesi più diffuse e amate nel nostro Paese ed è noto per il caratteristico colore blu della sua lingua, una peculiarità strettamente legata alla genetica della specie. Volete saperne di più su questo maestoso cane dalla folta criniera leonina? Allora mettetevi comodi e unitevi a noi in questo entusiasmante viaggio alla scoperta del “Re Leone” degli animali da compagnia.

 

Le origini

Pur essendo una razza originaria della Cina, la storia del Chow Chow affonda le sue radici nella notte dei tempi. Alcuni reperti risalenti all’età del bronzo rinvenuti nella Siberia centrale testimoniano, infatti, la presenza di esemplari parzialmente addomesticati che per le loro caratteristiche rappresentano i più probabili antenati del moderno cane ciao ciao.

Secondo le teorie più accreditate, questi animali erano utilizzati dalle tribù dell’Asia centrale come cani da caccia: pur non essendo molto agili e veloci a causa della loro mole imponente, si rivelavano decisamente tenaci nel catturare e uccidere le prede, dimostrando la loro utilità anche come animali da soma e da tiro per la robusta struttura fisica e la notevole potenza muscolare.

Purtroppo, nel corso della sua storia, la razza ha conosciuto anche dei trattamenti poco graditi e spesso disumani, visto che in alcune regioni della Cina settentrionale veniva allevato anche per ricavarne calde pellicce e ottenere un’appetitosa carne da macello per i buongustai della città portuale di Canton (Guangzhou).

Il suo nome cinese significa letteralmente “cane leone ammansito”, un appellativo dovuto con tutta probabilità al suo caratteristico aspetto leonino e al portamento fiero e dignitoso. Nel nostro Continente il primo esemplare di Chow Chow fece la sua comparsa verso la fine del XVII secolo in Inghilterra, dove venne esposto allo zoo di Londra come cane selvaggio della Cina per poi essere riconosciuto dall’American Kennel Club come razza ufficiale nel 1903.

 

Morfologia della razza

Il Chow Chow è un cane dotato di qualità e istinti ancestrali che l’hanno visto al servizio dell’uomo in guerra, nella caccia e come guardiano di allevamenti e abitazioni. Eccezionalmente vigoroso grazie alla sua taglia imponente, è un cacciatore dal fiuto estremamente sviluppato e con una vista acutissima sia di giorno sia di notte. La testa è generalmente piatta e ampia con orecchie piccole e leggermente arrotondate alle estremità, mentre la linea dorsale è diritta e orizzontale con una muscolosa regione lombare.

Nello standard di razza tutti i colori (dal nero al rosso, passando per il fulvo e il blu, fino al pregiato Chow Chow bianco) sono ammessi, presentando spesso sfumature diffuse sul manto ma senza macchie o striature. Oltre che per il tipico aspetto da leone, questi cani si contraddistinguono anche per la caratteristica lingua blu, dovuta alla presenza di cellule pigmentate di cui, però, non si conosce esattamente la funzione, tanto è vero che viene oggi considerata una semplice caratteristica somatica propria di questa specie canina.

Un cane indipendente ma fedele

La razza Chow Chow, di origini antichissime e non manipolata geneticamente dall’uomo, ha saputo conservare nel tempo le sue peculiari caratteristiche comportamentali. Dotato di una fortissima personalità, è un cane dal temperamento equilibrato, fiero e poco disponibile alla sottomissione. Vista la sua proverbiale testardaggine, il rapporto con il padrone deve, quindi, essere improntato sul massimo rispetto e, una volta raggiunta l’intesa, per farsi obbedire sarà sufficiente uno sguardo o una parola.

Sebbene questi esemplari mostrino una certa diffidenza nei confronti degli estranei, non temono comunque di affrontare la situazione con coraggio quando si accorgono di un pericolo imminente, rivelandosi estremamente protettivi e affettuosi verso la propria famiglia. Giocano volentieri con le persone che considerano amiche e sono estremamente pazienti con i bambini, a patto però che non vengano disturbati i suoi spazi o i suoi ritmi di vita.

Sempre vigile e curioso anche quando sembra profondamente addormentato, il Chow Chow è in grado di captare qualsiasi rumore sospetto con le sue mobilissime orecchie pelose in perenne stato di allerta e, nonostante il suo carattere fiero e orgoglioso, è ben propenso a instaurare con il padrone un rapporto paritario basato sul rispetto e sulla reciproca comprensione, regalandogli un’amicizia fedele e sincera vita natural durante.

 

Come prendersi cura di un cane Chow Chow

Vista la mole e la particolare indole di questo cane, la scelta di adottare un Chow Chow cucciolo deve essere studiata con estrema attenzione. Innanzitutto, è necessario garantirgli un luogo dove possa muoversi liberamente e ritagliarsi gli spazi di cui ha bisogno. Sarà, inoltre, importante valutare la propria disponibilità di tempo per accompagnarlo nella sua indispensabile passeggiata quotidiana, magari equipaggiandolo con delle idonee scarpe per cani per proteggere i cuscinetti in caso di camminate sulla neve o sul ghiaccio a temperature molto rigide.

Inoltre, se vivete in un piccolo appartamento di città, vi suggeriamo di optare per un esemplare femmina che, oltre ad avere un carattere più calmo e tranquillo, è meno esigente in fatto di uscite. A ogni modo, ricordate che il Chow Chow non è propriamente un cane da salotto ma un animale d’affezione, dotato di forte temperamento e grande personalità, che richiede una continua stimolazione fisica e mentale per mantenersi forte e in perfetta salute.

Quanto alla cura del pelo, un esemplare a pelo lungo andrebbe spazzolato almeno due-tre volte la settimana e ogni giorno in periodo di muta, insistendo soprattutto sulle zone delle orecchie e del petto che tendono a infeltrirsi più delle altre.

Per il bagno, da effettuare con cadenza trimestrale, è preferibile utilizzare prodotti specifici e poco aggressivi per ridurre il rischio di allergie cutanee verso cui la razza è particolarmente predisposta, oltre a evitare eccessive manipolazioni della criniera – magari con bigodini termici e altri accessori di styling per creare bizzarre acconciature – per non rischiare di rovinare il suo maestoso manto leonino. Se non avete molto tempo da dedicare alla periodica toelettatura, la variante del Chow Chow nano a pelo corto potrebbe essere una buona alternativa, visto che necessita di meno attenzioni e lavaggi.

Per quel che riguarda il prezzo, in genere la spesa da sostenere per l’acquisto di un cucciolo munito di pedigree e proveniente da un allevamento certificato si aggira tra 800 e 1.200 euro, ma si può andare anche oltre queste cifre per gli esemplari di alta genealogia.

 

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Tra i cani di taglia gigante che hanno saputo ritagliarsi un posto d’onore nel cuore degli appassionati, il Mastiff si fa apprezzare per il suo temperamento equilibrato e affettuoso. Scopriamo di più su questo simpaticissimo peso massimo made in England. 

 

Sebbene in tempi assai remoti con il termine “Molosso” si indicava un unico cane “pronto ad azzannar senza latrato”, come recitava D’Annunzio, oggi non è – o almeno non è più – una singola razza canina. Tra le specie più apprezzate di questa categoria si colloca senza dubbio il Mastiff, nato dall’incrocio di un bulldog e un mastino inglese, al fine di ottenere un animale di utilità sociale forte e muscoloso.

Se volete saperne di più su questi affascinanti cani di taglia gigante, nel nostro articolo scopriremo le origini e le caratteristiche di questa particolare razza canina che offre una rara combinazione di coraggio e fierezza.

 

Storia e origine della razza

Nella seconda metà dell’800 il Mastiff conobbe un periodo di grande gloria, tanto è vero che l’English Master Club, prima società specializzata nata a tutela della specie, tu fondato proprio nel 1883 ed è oggi uno dei più antichi club di razza inglese. In realtà, ancor prima del suo riconoscimento ufficiale, questo particolare cane gigante era già ampiamente diffuso in Inghilterra, tanto che all’esposizione di Londra del 1872 erano presenti ben ottanta esemplari.

La crisi, in effetti, arriva nel corso delle Guerre Mondiali che decimarono a poco a poco la razza portandola sull’orlo dell’estinzione. D’altronde la guerra è sempre stata nefasta per i cani di stazza imponente, soprattutto per un fattore economico, visto che, quando il cibo e le risorse iniziano a scarseggiare anche per gli uomini, gli animali da compagnia diventano bocche difficili da sfamare e, non a caso, quelle degli esemplari di grossa taglia sono le prime a essere sacrificate.

Per questo motivo, nel secondo dopoguerra in Europa era rimasta in vita un’unica fattrice ancora in grado di riprodurre e la razza si salvò solo grazie al fatto che alcuni soggetti erano stati importati in America prima dell’inizio della guerra.

Nello specifico, la preservazione del Mastiff Inglese si deve a una signora londinese di nome Nora Dickin, grande appassionata della razza, che non era disposta ad accettarne la fine. Mostrando la stessa tenacia del morso di un English Mastiff, la donna si recò negli Stati Uniti per cercare i fondi e le risorse necessarie per acquistare altri esemplari maschi da far accoppiare con la fattrice sopravvissuta in Inghilterra, motivando i soci del Club Ufficiale affinché collaborassero attivamente ed economicamente alla conservazione della specie.

Riuscì, infatti, a ottenere da ognuno di loro dieci sterline e alla fine riuscì a salvare la razza seppur con qualche problema, visto che da quel momento gli esemplari vennero allevati in un esasperato inbreeding – ossia in stretta consanguineità – determinandone una certa debolezza genetica che è stata, e resta tuttora, uno dei principali problemi del cane Mastiff odierno.

Bisogna dire, però, che non c’erano altre alternative ed è importante sottolineare come gli allevatori attuali stiano cercando di migliorare sempre di più lo standard di razza, tanto è vero che oggi i Mastiff ben allevati sono esemplari forti e robusti che possono vivere fino a dieci anni in ottima salute.

Caratteristiche fisiche e comportamentali

Il Mastiff è un molossoide di taglia notevole che per certi versi ricorda il pastore inglese, anche se è di gran lunga più muscoloso e con un pelo meno folto e spesso. Rientra nel novero dei cani più grandi del mondo in virtù del fisico massiccio e imponente, ma con un’immagine di insieme sempre armoniosa e proporzionata.

L’aspetto, infatti, è quello di un mesomorfo pesante in cui la lunghezza del busto è superiore all’altezza al garrese, caratteristica che da l’impressione generale di grande armonia e dice praticamente tutto sulla perfetta fusione tra la potenza e l’eleganza di questa affascinante razza canina.

La testa è ampia e quadrata con un muso relativamente corto, mentre le orecchie – di colore più scuro rispetto al resto del corpo – sono di medie dimensioni e ben distanziate. Il pelo è generalmente corto e tutti i toni tigrati, dal fulvo al rosso, sono ammessi purché la maschera sia sempre nera ed è accettata anche una piccola macchia bianca sul petto.

Anche se si tratta di un ottimo cane da guardia, il Mastiff è un animale estremamente affettuoso e socievole, ma se non viene socializzato correttamente fin da cucciolo tende a essere riservato e diffidente con le persone e gli animali che non conosce. Pur essendo considerata una razza potenzialmente pericolosa in alcuni paesi, è un cane dal carattere molto tranquillo ed equilibrato che sa essere estremamente protettivo e dolce nei confronti dei membri della propria famiglia.

Come prendersi cura di un Mastiff

Vista la mole, è chiaro che un Mastiff avrà bisogno di molto spazio per correre e giocare, magari attrezzando l’area a lui dedicata con qualche gioco di agility e una rampa per cani in modo che possa svolgere una regolare attività fisica, indispensabile per mantenersi in forma.

Inoltre, necessita di tre o quattro passeggiate giornaliere che potrete combinare con qualche esercizio di stimolazione mentale per migliorare le capacità cognitive e di concentrazione del cane. Ovviamente, anche il regime alimentare dovrà essere di qualità per garantirgli tutti i nutrienti di cui necessita per potenziare e rinforzare la massa muscolare, mentre per quel che riguarda la cura del pelo, sarà sufficiente spazzolarlo una o due volte la settimana con un pettine di gomma e fargli il bagno con cadenza trimestrale.

In merito alle patologie di razza riconosciute, questi cagnoni sono soggetti a sviluppare la displasia dell’anca e l’entropion, un problema agli occhi in cui il margine della palpebra tende a ruotare verso l’interno, ma in rari casi possono manifestare anche atassia (un disturbo nervoso del movimento), displasia del gomito e atrofia progressiva della retina.

Per questi motivi, è buona norma effettuare visite veterinarie frequenti, almeno ogni 6 o 12 mesi, oltre a seguire un regolare programma di vaccinazione e sverminazione. Quanto al prezzo, un esemplare di alta genealogia, munito di pedigree e proveniente da un allevamento riconosciuto, può costare anche 1.500 euro, una spesa a cui andranno ad aggiungersi anche i costi, non propriamente economici, per il suo mantenimento.

 

Cerca per lettera

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Sta per arrivare a casa un nuovo membro della famiglia ma non avete ancora deciso come chiamarlo? Qui di seguito potrete trovare alcuni suggerimenti utili.

 

L’arrivo di un cucciolo può portare sempre a sentimenti contrastanti: da un lato c’è la gioia di avere in casa un nuovo membro piccolo e carino con cui giocare, d’altro canto bisogna fare i conti con le responsabilità che comporterà, come le uscite giornaliere, i bisogni da pulire e l’educazione da impartire. Tra i piaceri che rendono l’attesa ancora più viva rientra di sicuro la scelta del nome per il cane, con il quale verrà battezzato per tutta la sua vita.

C’è chi sceglie appellativi non convenzionali, come termini che si riferiscono a oggetti, chi preferisce ispirarsi ai personaggi di film e serie tv, e chi invece, ha decisamente poca fantasia e lascia ai propri bambini l’arduo compito della decisione.

In questo articolo proveremo a semplificarvi la vita dandovi alcuni suggerimenti sui nomi per cani più gettonati di sempre, altri semplici da ricordare oppure alcuni originali e non convenzionali. Continuate a leggere per scoprire quale vi piace di più.

 

Nomi per cani maschi

Sia che si tratti di cagnolini piccoli o di taglia grande, la scelta del nome non è sempre così semplice: per alcune persone basta un appellativo qualsiasi, ma per i proprietari più esigenti la decisione potrebbe essere influenzata da diversi fattori. Uno di questi è appunto la stazza, poi il colore, il carattere e infine la provenienza della razza.

Per un dalmata per esempio, noto cane inglese e dal portamento regale, Byron, Oliver o Charlie  potrebbero rappresentare un’ottima soluzione. Per un mastino napoletano, invece, Cesare, Romeo o Ciro potrebbero calzare a pennello, considerata l’origine italiana. C’è chi preferisce nomi particolari per cani maschi con un’accezione più altisonante, come Achille, Ettore, Thor o Zeus, perfetti per un alano che vuole sentirsi ancora più forte e maestoso di quanto non appaia già.

Nomi per cani femmine

Anche in questo caso le varie opzioni vanno valutate in modo ponderato, affinché la nuova arrivata possa gradire a pieno l’appellativo da voi scelto. Gli appassionati dei cartoni animati Disney potrebbero senz’altro apprezzare nomi come Ariel, Lilly o Nala, rispettivamente le protagoniste de “La Sirenetta”, “Lilly e il Vagabondo” e “Il Re Leone”. Chi invece ama la serie di Star Wars non potrà fare a meno di chiamare la nuova arrivata Leila, come la principessa di Alderaan, al comando delle truppe dei Ribelli.

Tra i nomi simpatici per cani femmina di taglia piccola ci piace molto Trilly, esattamente come la microscopica fatina amica di Peter Pan, oppure Briciola, che ricorda una mollica di pane. Quelli che invece risultano i più gettonati degli ultimi tempi sono Arya e Zelda, personaggi della serie TV “The Game of Thrones” e dell’omonimo videogame.

 

Nomi originali per cani

Chi non si accontenta dei soliti appellativi, vorrebbe che il proprio futuro compagno a quattro zampe ne abbia uno fuori dal comune e difficile da ascoltare durante la passeggiata al parco, potrebbe optare per un nome più originale. Un ottimo esempio è rappresentato da Napoleone, così come Dalì oppure Winston. Un esemplare con le orecchie nere potrebbe chiamarsi Panda, mentre per una femminuccia che ama correre veloce come il vento potrebbe risultare perfetto Scheggia. Anche Gioconda sembra piuttosto simpatico, così come Attila, il re degli Unni, oppure Lupin, il famoso ladro gentiluomo.

Chi ama il cibo invece, potrebbe optare per Fragola, Crema, Cocco o Biscotto, per sentire fame tutte le volte che volge lo sguardo verso l’adorato compagno a quattro zampe. Gli estimatori del teatro apprezzeranno di sicuro Aida, come la celebre opera di Giuseppe Verdi, oppure Bach, proprio come il compositore tedesco.

Se invece state cercando dei nomi per cani maschi taglia piccola ma non volete che il dettaglio della stazza sia un elemento fondamentale della vita del vostro cucciolo, Furia oppure Simba, potrebbero rappresentare una valida scelta.

Il nuovo arrivato è già piombato in casa rovesciando le ciotole, sparpagliando giochi e distruggendo rotoli di carta? Trottola forse è il nome che più gli si addice, oppure Jekyll, come il famoso scienziato che all’occorrenza si trasformava nel suo folle alter ego, Mr.Hyde. Tra gli appellativi altisonanti per femmine, ci piace particolarmente Hera, Diana, Atena e Afrodite, divinità classiche della mitologia greca e di quella romana.

 

Nomi per cani maschi corti

Se volete insegnare al nuovo arrivato molti comandi, oppure avete intenzione di praticare uno sport cinofilo, è consigliabile scegliere un appellativo piuttosto breve e conciso, contenente poche consonanti e un massimo di due sillabe. In questo modo sarà più facile e immediato per lui eseguire i comportamenti richiesti, inoltre, sarà anche più semplice richiamarlo nel caso dovesse allontanarsi troppo.

Un esempio perfetto è Ugo, che come suggeriva Massimo Troisi nel suo celebre film “Ricomincio da tre”, crescerà sicuramente molto più educato, poiché la pronuncia è rapida e immediata. Perfetti anche Sin e Rex composti entrambi di una sola sillaba e che difficilmente il cane potrebbe confondere con altre parole.
Nomi cani femmina corti

Vale lo stesso discorso per le femmine: è necessario valutare appellativi che non somiglino ad altri termini da comando, come per esempio “vieni”, “corri”, “scendi” o “seduta”. Per questo motivo, tra i nomi femminili per cani più gettonati tra gli educatori, gli istruttori di agility e quelli di altre discipline sportive abbiamo Era, Kim e Zoe: facili da insegnare e altrettanto semplici da pronunciare.

Inoltre, si adattano perfettamente sia a esemplari di taglia grande, come Border Collie o Bovari Svizzeri, e persino a le più piccole cagnoline appartenenti a razze come Pastore Scozzese delle Shetland o Jack Russell.

Siete riusciti a trovare il nome per cane femmina o per maschio che vi piace di più? Speriamo proprio di sì, anche se siamo sicuri che una volta giunto a casa il vostro piccolo nuovo amico, e scoprirete che l’appellativo deciso rispecchierà a pieno il suo carattere e portamento, allora saprete di aver fatto la scelta giusta.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 20.04.24

 

Una razza giovane, possente e con l’animo da combattente: scopriamo insieme le origini, il carattere e tutto ciò che c’è da sapere sul mastino inglese.

 

Origini

Prima di parlare del Bullmastiff, bisogna fare un passo indietro e arrivare al IV secolo a.C, dove sulle isole inglesi i Pugnaces Britanniae venivano adoperati in battaglia, durante la caccia alla selvaggina e importati in Italia come cani da combattimento nelle arene.
Ed è proprio da tali esemplari che ha avuto origine il Mastiff inglese, il quale divenne l’incarnazione del perfetto guerriero: cane da guardia dei castelli dei nobili e scorta personale dei cavalieri del 1400.

Dall’incrocio con i primi esemplari di Bulldog hanno avuto origine i Bullmastiff, con il muso più schiacciato ma con lo stesso carattere forte e fedele nei confronti dei familiari, da difendere anche a costo della vita. Nel 1800 fu adoperato nelle foreste dai guardiacaccia per tenere lontano i bracconieri, oggi invece si dimostra un perfetto cane guardiano per il controllo delle aziende e delle ville.

 

Morfologia

Il Bullmastiff è inserito dall’FCI nel gruppo due: cani di tipo Pinscher e Schnauzer, Molossoidi e Bovari Svizzeri, nella sotto categoria dedicata ai Molossi di tipo Mastino. A differenza del Mastiff, da cui è stato selezionato intorno al 1800, la razza in questione è leggermente più piccola rispetto al suo antenato, ma tuttavia altrettanto forte e possente.

Partiamo dalla testa, che è larga, profonda e dalla forma quadrata, mentre lo stop è ben pronunciato e il muso è corto, molto simile a quello del Boxer. Le narici sono larghe, le labbra pendenti e il tartufo nero si trova leggermente al di sotto degli occhi: il prognatismo in questa razza è inevitabile, tuttavia non deve apparire eccessivamente marcato. Gli occhi sono scuri, talvolta color nocciola, le orecchie, la cui attaccatura è posizionata piuttosto in alto, sembrano formare una V.

Il corpo è corto, e come per altri molossoidi è più lungo rispetto all’altezza al garrese (che equivale a 64 – 69 cm per i maschi e 61 – 66 cm per le femmine). Il Bullmastiff si presenta a pelo raso e ruvido, mentre i colori permessi in expo sono il fulvo, rosso, e tutte le sfumature di tigrato.

 

Carattere e attitudini di razza

Ciò che contraddistingue il Mastiff e il Bullmastiff da altri molossoidi è il temperamento piuttosto docile e pacato, che li rende dei perfetti cani per famiglie. Tuttavia, è necessario prendere in considerazione il loro istinto protettivo: se da un lato tali razze sono in grado di fare la guardia in modo impeccabile, senza abbaiare, ma fulminando semplicemente con lo sguardo i malintenzionati, dall’altro il desiderio di difendere a tutti i costi il proprietario potrebbe rivelarsi un problema con gli estranei.

Il carattere è inoltre docile con i familiari ma poco tollerante nei confronti degli altri cani: per questo motivo è consigliabile puntare molto sulla socializzazione fin da cuccioli, affinché possiate imparare a gestire la passeggiata in loro compagnia senza correre il rischio di essere strattonati o dovervi attaccare a un palo o a un albero alla vista di altri simili. Il Bullmastiff conosce bene la sua imponenza e forza e potrebbe imparare a utilizzarla contro i più piccoli e deboli se non ben addestrato.

Cura e salute

Un cane acquistato da un allevamento ENCI presenterà, nella maggior parte dei casi, meno problemi di salute rispetto a uno preso da un rivenditore in un negozio di animali dove non vengono eseguiti test sulle tare genetiche. Lo stesso vale per i Bullmastiff, la cui unica pecca, se così possiamo chiamarla, è l’aspettativa di vita bassa che in media non supera gli otto o nove anni d’età.

Trattandosi di cani forti, rustici e possenti può soffrire di poche malattie ereditarie, come per esempio la displasia dell’anca, comune a tutti i molossoidi, problemi di peso eccessivo, o atrofia progressiva della retina, che può causare cecità irreversibile. Il nostro consiglio, inoltre, è quello di adoperare una ciotola per cani dotata di rialzo, affinché possa mangiare in modo corretto senza sforzare eccessivamente la muscolatura della schiena.

 

Addestramento

Quando si sceglie di prendere un cane di grossa mole, soprattutto conoscendone le attitudini di razza e la sua origine guerriera, si deve essere ben consapevoli di cosa comporta: uscite frequenti, lunghe passeggiate in posti isolati, e soprattutto sessioni di addestramento con una persona competente ed esperta in molossoidi.

Anche se si adatta perfettamente alla vita di casa, il Bullmastiff ha bisogno di ampi spazi ed è per questo che un grande giardino potrebbe renderlo più tranquillo, meno possessivo e territoriale nei confronti della famiglia. Tuttavia, nonostante il suo temperamento pacato, non è possibile relegarlo in uno spazio esterno da solo molte ore al giorno, poiché tenderà a soffrire la solitudine e a mostrare segni di aggressività a causa dello stress.

Prezzo e allevamenti

Prima di prendere un cane è sempre opportuno valutare infiniti fattori, che vanno dallo spazio in casa, dal tempo che siete disposti a dedicargli, la presenza o meno di bambini e infine, anche il prezzo, ma non solo quello da pagare per un cucciolo, ma tutte le spese che comporta mantenerlo bene e in salute.

Alcune persone credono che risparmiare sull’acquisto di un cane, scegliendolo magari da una cucciolata casalinga o da un allevatore poco conosciuto che non fornisce il pedigree eabbassando il costo del futuro molossoide, sia un affare. In realtà, non c’è nulla di più sbagliato: la maggior parte dei cani non selezionati mostrano problemi di ogni tipo, sia di salute sia comportamentali.

Il lavoro che c’è dietro un cane proveniente da un allevamento è enorme, e comprende cura, dedizione nella scelta dei soggetti da riprodurre, studio della genetica e ricerca di possibili tare da debellare, fino ad arrivare ai controlli veterinari da effettuare durante tutta la gravidanza.

Inoltre, il pedigree, ovvero il documento di riconoscimento di un esemplare, su cui è scritto la presenza o meno di patologie ereditarie, ha un costo di poche decine di euro e non centinaia come molti truffatori cercano di far credere. Per questo motivo, affinché possiate portare a casa un bel cucciolo sano, forte e soprattutto caratterialmente equilibrato, vi consigliamo di affidarvi a un buon allevatore, preferibilmente riconosciuto ENCI.

Infine, il prezzo dei cuccioli di Bullmastiff può variare molto in base ai soggetti, se da esposizione o meno, partendo da un minimo di 800 euro fino a un massimo di 2.500.