Caratteristiche e curiosità sul gatto delle sabbie

Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

È piccolo e carino, ma al contempo schivo e misterioso: scopriamo insieme tutte le abitudini e i segreti del gatto del deserto.

 

Habitat

Per quanto il deserto possa sembrare invivibile a causa del clima estremo, in realtà pullula di animali che riescono ad adattarsi perfettamente agli incredibili sbalzi di temperatura. Un esempio lampante potrebbero essere i cammelli, che riescono a immagazzinare riserve di grasso nelle loro gobbe. In questo modo possono sopperire alla mancanza di cibo e tenersi al caldo durante la notte, quando il termometro arriva ben al di sotto dello zero. C’è poi il Fennec, conosciuto anche come volpe del deserto, famoso per il muso appuntito e le grandi orecchie “a parabola”, infine il protagonista di questo articolo:  il gatto delle sabbie.

Questo piccolo felino popola tutta la regione dell’Africa settentrionale, a partire dal Sahara Occidentale, le zone del fiume Nilo, la penisola del Sinai e il deserto dell’Egitto occidentale.
Gli studiosi confermano molteplici avvistamenti persino in Mali, Algeria, Senegal e Sudan, inoltre, questa specie sembra sia diffusa anche in buona parte dell’Asia centrale e sud-occidentale, come per esempio in Afghanistan, Siria, e nelle regioni a est del Mar Caspio.

Come fa intuire il nome, preferisce vivere sui terreni sabbiosi, aridi, piatti o leggermente ondulati, dove è possibile trovare una maggiore quantità di cibo rispetto alle alte dune assolate. Inoltre, grazie alla sua capacità di scavare tane, è in grado di sopravvivere a temperature che variano dai 52 °C fino a -5 °C.

Descrizione

Jean Auguste Margueritte fu un generale francese che a causa di una ferita morì durante una spedizione in Algeria, ed è proprio a lui che lo studioso e naturalista Victor Jean-François Loche ha dedicato la scoperta del gatto delle sabbie, conosciuto con il nome scientifico Felis margarita. Questo piccolo animale con le zampe corte e l’aspetto tarchiato misura soltanto 57 centimetri, senza contare altri 35 centimetri di coda, lunga e folta.

Il peso può oscillare tra 1,5 e 3,5 chili, ma ciò che lo rende particolare è il suo folto pelo color sabbia e la testa larga, da cui spuntano un paio di orecchie appuntite ben distanziate tra loro. Da non confondere con il Fennec, che nonostante condivida parte dello stesso habitat e per sommi capi anche l’aspetto, viene classificato nel genere delle vulpes, nella famiglia dei canidi.

Il Sand cat è invece a tutti gli effetti un felino di piccole dimensioni, caratterizzato da lunghi peli gialli e striature nere presenti in modo marcato sulle zampe anteriori e più leggere sul resto del corpo. Il naso è piccolo e nero, gli occhi invece appaiono grandi allungati e di colore verde chiaro. I cuccioli di gatto del deserto potrebbero somigliare in tutto e per tutto a dei piccoli mici domestici, tuttavia, la loro natura selvatica e poco socievole vi farà desistere dall’avvicinarvi troppo durante un incontro.

 

Carattere e abitudini

il piccolo gatto delle sabbie è famoso non soltanto per il suo aspetto buffo, ma anche per il suo carattere: è un animale solitario, che vive principalmente nelle tane abbandonate da cui esce soltanto di notte per andare a caccia di roditori, insetti e altri minuscoli animali che le regioni desertiche hanno da offrire.

Proprio come i felini da divano, non è un grande bevitore ma ricava tutta l’acqua necessaria dalle sue prede, che riesce a catturare grazie all’olfatto e all’udito estremamente sviluppato con cui ne capta la presenza anche nel sottosuolo. In pochi secondi infatti, riesce a scavare in profondità e raggiungere il malcapitato di turno.

Anche il gatto del deserto può diventare facile bersaglio di altri predatori, tra i quali spiccano rapaci, serpenti, canidi e persino uomini. Per questo motivo, tende a uscire principalmente col crepuscolo e tenendosi a debita distanza dalle oasi e fonti d’acqua.

Nonostante comunichino tramite raspature e marcature di urina, non sono soliti difendere il proprio territorio da altri esemplari della stessa specie, inoltre, non hanno l’esclusiva sulla tana, ricavata generalmente da vecchie dimore di volpi.

I piccoli raggiungono la maturità sessuale poco dopo il primo anno di vita: il rituale d’accoppiamento coincide con l’estro, che si protrae per circa cinque o sei giorni ed è caratterizzato da forti miagolii e richiami per attirare il partner. La gestazione invece ha una durata di 60 giorni, dalla quale possono nascere un massimo di tre cuccioli.

Non si sa con certezza quale sia l’aspettativa di vita di un gatto delle sabbie, ma da ciò che si è potuto notare dagli esemplari in cattività soltanto il 61% dei nascituri è in grado di superare il trentesimo giorno, a causa dell’istinto materno poco sviluppato delle giovani femmine.

Vani infatti sembrano i tentativi di varie associazioni di reintrodurre questa specie nelle zone dove fino a pochi anni fa era legalizzata la caccia: la maggior parte degli esemplari reintrodotti in natura non sono sopravvissuti, poiché fisicamente più deboli e propensi a patologie delle vie respiratorie.

 

Detenzione

Vi piacerebbe addomesticare il gatto del deserto? Purtroppo abbiamo una cattiva notizia da darvi: in Europa e nella maggior parte del mondo la sua detenzione è considerata illegale. Ciò è dovuto non soltanto al suo carattere schivo e tendente a isolarsi, ma poiché il suo organismo non si adatta facilmente ad altri climi al di fuori di quello arido e desertico.

L’umidità infatti può causare la comparsa di malattie infettive, riniti e altre problematiche relative all’apparato respiratorio. Nonostante solo nella sabbia il gatto riesca a sopravvivere, i pochi Stati che ne permettono il possesso sono la Florida, il Nevada, il North Carolina e il Texas, tuttavia è fondamentale controllare le normative delle singole città prima di portare un cucciolo a casa.

Se il vostro sogno è quello di possedere un animale selvatico, potreste orientare la vostra scelta su un altro esemplare: il Savannah, un felino nato dall’accoppiamento con un Servalo, una specie di origini africane. Non è certo il gatto più brutto del mondo, ma nemmeno il più piccolo e affabile, infatti necessita di molte cure soprattutto per quanto riguarda lo spazio e l’alimentazione, a base di carne cruda e talvolta prede vive.

Chi sceglie di detenere queste razze particolari dovrà munirsi di molta pazienza e soprattutto di un buon GPS per gatti, poiché si tratta di esemplari dediti alla caccia e particolarmente inclini alle fughe.

 

 

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