5 curiosità sul gatto norvegese

Ultimo aggiornamento: 27.04.24

 

Di grande bellezza e fascino, il gatto norvegese è uno degli esemplari che conquistano sempre più famiglie. Esaminiamo le sue peculiarità, partendo dalle origini.

 

Se siete attratti da questo esemplare a pelo semilungo, potrà interessarvi conoscere qualcosa in più delle sue origini, delle caratteristiche che lo contraddistinguono e di come debba essere curato, per garantirgli una vita sana e lunga.

 

Partiamo dall’aspetto

Il gatto delle foreste norvegesi ha un mantello composto da due strati di pelo, ovvero il superiore lungo e idrorepellente, il sottopelo folto e lanoso. Questo esemplare cambia pelo con il variare delle stagioni, per cui d’estate ha un manto meno ricco, e ha le zampe ampiamente ricoperte, come anche la classica gorgiera soffice, che ricorda proprio un collare vittoriano.

Assomiglia molto al maine coon ma il pelo del norvegese è oleoso e più pesante, mentre quello del suo quasi gemello è molto più setoso. Questo aspetto è dovuto proprio al fatto che il caldo corporeo deve rimanere costante, visto che la Norvegia, il paese dal quale proviene, ha inverni rigidi in cui la temperatura scende anche al di sotto dei 30° sottozero.

Le dimensioni del gatto norvegese sono consistenti, visto che è un animale di taglia grande. Raggiunge la sua maturità all’incirca tra i tre e i quattro anni e può arrivare a pesare anche 8 kg: tutt’altro che un timido micetto!

Il corpo è lungo e slanciato, le zampe sono alte e robuste, mentre la testa è triangolare, le orecchie alte e con ciuffi di pelo che fuoriescono dall’alto e dai bordi. Inoltre questi animali hanno una grande varietà di colori, per cui c’è l’imbarazzo della scelta.

Potrete trovare infatti il gatto norvegese bianco, marmorizzato, spotted o ticked tabby, tigrato, blu, ambrato, il gatto norvegese nero, a squama di tartaruga. Lo standard, infatti, ammette una grande varietà di tonalità, per cui i mantelli potranno essere tanto cinnamon e fawn, chocolate e lilac, simili a quello del siamese e potrete trovare infine il gatto norvegese rosso.

Il carattere

Nonostante le sue dimensioni imponenti, che potrebbero anche spaventare, il gatto norvegese è molto buono, infatti mostra affetto al padrone, al quale è molto fedele, ed è anche socievole con i suoi simili, i cani e anche altri animali.

Anche se può stare in casa, ha bisogno di uno spazio in cui esprimersi liberamente, all’aperto, visto che ha una muscolatura imponente che gli permette di saltare e di arrampicarsi. Se avete un giardino, metterlo in sicurezza e dotarlo di tiragraffi posti in alto sarà la soluzione giusta per aiutare il norvegese a divertirsi.

Si tratta anche di un gatto molto intelligente, che quindi apprezzerà giochi di questo genere, ma può anche tenere semplicemente compagnia ai bambini, visto che è molto pacifico. Allo stesso modo, però, soffre la solitudine, per cui è meglio non lasciarlo troppo tempo da solo, in quanto potrebbe annoiarsi e deprimersi.

 

Le origini

A differenza di altre razze di gatti, questa è nata da sola, come risultato di una selezione naturale, motivo per cui si adatta bene a tutte le condizioni climatiche della Norvegia. Questo vuol dire che non avrete bisogno di una caldaia a pellet delle migliori per farlo stare al caldo, visto che ci penserà il suo folto manto.

All’inizio venne impiegato come cacciatore di topi nelle fattorie, soprattutto nei granai e nelle stalle: non è però certa la sua origine, anche se pare che alcuni navigatori portarono dei gatti persiani in Norvegia, che poi si unirono a quelli locali, fino a lasciare il posto alla selezione naturale, che fece il resto.

Gli allevamenti iniziarono negli anni ‘30, fino a quando, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, questo gatto finì nel dimenticatoio fino agli anni ‘70. Nel 1972, infatti, il gatto norvegese fu riconosciuto come tale e ottenne anche uno standard ufficiale.

Da quel momento in poi divenne adatto all’esportazione e raggiunse anche l’Europa.

Cura dell’animale

Se vi state domandando quanto può vivere un gatto di questo tipo, la risposta è nella media, visto che si tratta comunque di un animale di razza grande. Però è sempre importante trattarlo nella maniera giusta, averne cura e preoccuparsi della sua salute, se si vuole che viva sano e più a lungo possibile.

Per questo motivo è bene spazzolare almeno una volta alla settimana il felino, per evitare che ingerisca boli di pelo che gli possono causare problemi anche seri, come ostruzioni intestinali. Dotatelo di un buon collare antipulci e alimentatelo con crocchette che abbiano un’alta percentuale di carne fresca, visto che ha bisogno di molte proteine.

Allo stesso modo, assicuratevi che non siano presenti conservanti e zuccheri, nocivi per questi felini. Fatelo visitare frequentemente dal veterinario, per escludere l’insorgenza di malattie.

 

L’allevamento

Come tutti gli animali di razza, anche il norvegese soffre di malattie genetiche, ovvero di HCM, che causa un ispessimento delle pareti cardiache, e di GSD 4, che provoca malattie ai tessuti degli organi. Per questa ragione è opportuno far riferimento a un allevamento serio, che sottoponga i suoi esemplari a test genetici, che escludano queste patologie.

Vale anche in questo caso il discorso per cui un gatto venduto a un prezzo basso non è certamente stato trattato con cura e voi potreste trovarvi a vedere soffrire e morire un animale, oltre a spendere tanti soldi inutilmente.

Un esemplare di questo genere ha infatti un costo che si aggira tra i 700 e i 1000 euro: una spesa molto importante da affrontare e che deve tenere conto anche di tutto ciò che comporta il mantenimento di un gatto di questo genere.

Prima di acquistare un norvegese dovrete quindi valutare il suo trattamento d’insieme, in quanto lasciare il micio a sé, nutrirlo in maniera scorretta e non dargli le attenzioni necessarie possono comportare un suo precoce deperimento: ricordiamoci sempre che gli animali sono esseri viventi, con sentimenti e bisogni, proprio come noi!

 

 

 

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