La lettiera di Catit è molto sicura per i mici, visto che non si aziona automaticamente ma è dotata di una leva, da azionare quando il gatto ha fatto i suoi bisogni. Sul fondo è infatti collocato un cestino che può essere aperto, tramite un cassetto, in modo da pulire la lettiera da escrementi e urina accumulata. Il filtro in carbone trattiene inoltre gli odori, per cui non rischierete di esserne disturbati se non provvedete subito a eliminare i rifiuti. L’ingresso è sufficientemente grande da accogliere gatti di ogni taglia ma, in ogni caso, la porticina può essere anche rimossa.
Principale svantaggio
Se avete una casa piccola e non è previsto un angolo abbastanza spazioso per ospitare oggetti come una lettiera autopulente, questo modello potrebbe creare ingombro, viste le sue dimensioni abbastanza importanti.
Verdetto: 9.4/10
Un articolo che non rientra tra quelli più economici in commercio, ma che soddisfa le aspettative di chi è alla ricerca di un metodo sicuro per tenere pulite lettiera e aria di casa.
Se vi siete addentrati nel mondo delle lettiere autopulenti, sapete bene che molte si servono di un meccanismo automatico che, dopo qualche minuto, provvede a eliminare le feci o l’urina prodotte dal gatto, togliendovi dall’impiccio di farlo da soli.
Anche se si tratta di metodi sicuri, c’è chi comunque ha paura che il proprio micio possa farsi male, perché magari ama tardare nella lettiera: come fare allora per avere questa comodità ma allo stesso tempo tutelare la sua incolumità? Ci pensa il modello di Catit, che è dotato di una leva da abbassare quando necessario.
In questo modo, infatti, non dovrete sporcarvi le mani, in quanto basterà abbassare questo elemento per portare giù gli escrementi, quando naturalmente il micio è al sicuro. Il vantaggio di questo meccanismo sta anche nella sua silenziosità, visto che non ha un motore, per cui l’unico rumore prodotto è quello della sabbietta che viene setacciata.
Questo significa che potrete utilizzarla sempre, anche nelle ore notturne, in quanto non arrecherete disturbo né a chi vive con voi, né ai vicini.
Cassetto e cestino
Il meccanismo utilizzato da questa lettiera è un po’, come dicevamo, quello del setaccio: muovendo infatti la leva, la sabbia viene fatta filtrare, così che gli escrementi siano convogliati nel cestino sottostante, rivestito da una fodera.
Questo sacchetto è naturalmente intercambiabile, così da non sporcarsi le mani e usarne ogni volta uno differente, visto che nella confezione ce ne sono alcuni inclusi. Potrete comunque utilizzarne di diversi, se individuate la giusta misura.
Una volta effettuato il setaccio, è inoltre possibile svuotare la lettiera dai residui: in fondo è presente un cassetto con una rientranza, che lo rende facile da aprire e che permette di eliminare quanto raccolto senza grossi sforzi. Ma ogni quanto è necessario svuotarla?
Con questo modello non è obbligatorio farlo tutti i giorni: potete controllare se il cassetto è pieno, ma diciamo che molto dipende dal tipo di sabbietta che andate a utilizzare, infatti quella agglomerante consente di occupare meno spazio e dà quindi maggiore libertà a voi, che potete così aspettare un giorno in più.
Filtro al carbone
Anche se si tratta di un modello chiuso, può sempre accadere che il fetore dell’urina o delle feci invada la casa: in questo caso ciò non accade, in quanto nella confezione è incluso un filtro al carbone, che elimina i cattivi odori, rendendo l’aria salubre.
Questo elemento può naturalmente essere cambiato quando necessario, per mantenere questa funzione attiva nella lettiera. Ma come entra il gatto all’interno? Si serve di una porticina in plastica trasparente, posta nella parte superiore, per fare i propri bisogni e poi esce sempre da qui.
Le dimensioni sono valide, quindi qualsiasi gatto può entrare nella lettiera, ma nel caso in cui il vostro sia particolarmente grande, come un Maine Coon, è possibile rimuovere la porticina, così da fornirgli maggiore spazio.
Va da sé che il costo di questo prodotto non è tra i più bassi del mercato, viste tutte queste facilitazioni, ma questo non deve essere un deterrente all’acquisto, visto il tempo e la fatica che risparmierete.
Occhio, però, alle dimensioni della lettiera, che misura 67,6 x 49 x 47 cm, per cui non è compatta e non è indicata per chi ha una casa troppo piccola o non ha a disposizione uno spazio adeguato alla sua collocazione, così da garantire la privacy al micio.
Tra gli esemplari più belli di sempre, il gatto siamese è anche un essere affabile: vediamo insieme come prendersene cura
I gatti siamesi sono animali dagli occhi di ghiaccio, molto amati da chi è attratto dalla bellezza. Ci sono però molti aspetti di questo animale da non sottovalutare: per esempio, sopporterà una pettorina per gatti, se decidete di comprargliela?
Leggete il nostro articolo per saperne di più, magari mentre sorseggiate un buon whisky giapponese.
Le sue origini
Parliamo di una delle razze più antiche, insieme al persiano: il gatto siamese deriva dal sud-est asiatico, proprio dal Siam, dal quale prende il nome e che oggi è conosciuto come Thailandia. Qui veniva addirittura adorato come animale sacro, per cui intoccabile da parte dei comuni cittadini.
Il gatto siamese thai arrivò in Europa solo nel XIX secolo e ottenne il primo standard di razza nel 1892. Da quel momento iniziò a diffondersi nel resto del mondo e a farsi apprezzare per la sua grande bellezza.
Aspetto
Caratteristiche del gatto siamese sono la taglia media, il corpo magro, le zampe strette e gli arti decisamente allungati. Il maschio pesa di solito tra i 4 e i 5 kg, mentre la femmina tra i 3 e i 4 kg. La testa è lunga più che larga e ha la forma di un cuneo; le orecchie sono dritte e poggiano su una base larga.
La parte più evidente di questi animali sono gli occhi, di colore blu e a mandorla, leggermente inclinati. Si tratta di esemplari che sono parzialmente albini, ovvero che producono meno melanina con pigmenti: per questa ragione il gatto siamese ha una colorazione tipica, che si chiama seal point, ovvero nera alle estremità e che muta in marrone scuro.
I cosiddetti points, cioè le macchie che si vanno a sviluppare, possono però essere anche blu: ecco che abbiamo il siamese blue point, che ha un corpo chiaro, color avorio o ghiaccio, e in cui le macchie tendono al grigio/blu.
Altre varianti sono il siamese tabby point, che in alcune zone ha una particolare tigratura, e il tortie point, con macchie rossicce, che ricordano le squame di una tartaruga. Il motivo per il quale il siamese ha queste caratteristiche sta nel gene himalaiano, che fa sì che il corpo si colori di più nelle zone più calde e di meno in quelle più fredde.
Per quanto riguarda il pelo, solitamente è corto e con poco sottopelo, mentre il mantello aderisce bene al corpo. Esistono però anche esemplari di siamese a pelo lungo, che però non è una razza naturale, ma una mutazione, probabilmente spontanea, di questo esemplare.
Carattere
Spesso il siamese viene definito come un “cane”, proprio a causa del suo carattere, che ha molte similitudini con quello di Fido. Per questo motivo è possibile addestrarli, anche se si deve fare i conti con la loro indipendenza: se non vogliono imparare qualcosa o ritengono di sentirsi forzati a fare qualcosa, difficilmente riuscirete nell’impresa.
La loro dolcezza, l’affettuosità e l’intelligenza che li contraddistinguono, ne fanno perfetti animali da compagnia, quindi ideali per la vita in casa. Si esprimono con piacere, quindi li sentirete miagolare quando dovranno ringraziarvi o farvi capire che qualcosa è di loro gradimento.
Sono molto portati al contatto con gli altri, quindi amano trascorrere del tempo in compagnia dei membri della famiglia. Mai, però, lasciare il siamese da solo troppo a lungo o senza qualcosa da fare: meglio optare per giochi di intelligenza, che li tengano impegnati e attivi anche quando non siete in casa.
Ancora meglio, se ne avete la possibilità, allevate insieme una coppia di gattini siamesi, che possa così crescere insieme, prendendosi cura l’uno dell’altro. La loro dolcezza fa sì che possiate anche, con le dovute precauzioni, educarli al guinzaglio, in modo da farli uscire in maniera controllata da casa.
Come prendersene cura
Spazzolare un gatto siamese non è una priorità: non essendo un esemplare a pelo lungo, non ha bisogno di una cura quotidiana. Non ha però il sottopelo molto fitto, per cui è bene assicurarsi di farlo stare in un ambiente caldo, per non fargli soffrire una temperatura non adeguata.
Lo troverete spesso nelle vicinanze del termosifone e, se volete trattarlo con tutti gli omaggi del caso, donargli una cuccia ben riscaldata non lo farà che felice. Trattandosi di un animale socievole, sarebbe consigliabile farlo crescere in coppia, visto che, solitamente, due siamesi si prendono cura l’uno dell’altro, togliendo a voi molti compiti e impegni.
Al cucciolo di siamese non può mancare un tiragraffi, meglio se ad albero, così da permettergli di muoversi e di distrarsi anche se non può uscire.
Dove acquistarne uno
Il prezzo di un esemplare certificato è di circa 700 euro: se vi propongono un siamese a meno e senza pedigree, correte grossi rischi. Scegliere l’allevamento giusto significa non solo avere garanzie sulla salute dell’animale, ma anche non intraprendere una spesa minore che poi comporterà più impegno di denaro nel curare un gatto malato.
Sono infatti fondamentali elementi come i vaccini, la sverminazione e l’ambiente di crescita, che deve essere quello specifico per questa specie. Il cibo, inoltre, deve essere sempre di qualità elevata, sin dalla nascita, se si vuole avere un siamese in forma e ben sviluppato.
Un allevatore serio lascia il cucciolo con la madre per almeno le prime 12 settimane di vita: molti, invece, usano le femmine come “elementi da riproduzione”, portandole allo stremo e staccando troppo presto il piccolo, con gravi conseguenze.
Questo elemento è fondamentale anche perché il cucciolo, stando a contatto con la madre, impara anche le basi del comportamento sociale. Se volete assicurarvi di prendere un gattino sano, che abbia un carattere affettuoso, come deve essere, sta a voi fare la scelta giusta in partenza.
Verificate che l’allevamento sia iscritto a delle associazioni certificate e che rispetti tutti gli standard della razza: risparmiare denaro, in questo caso, non solo è inutile ma non fa altro che nuocere a questo e ad altri animali.
Un gatto di grandi dimensioni e predisposto a stare in compagnia: parliamo del Maine Coon, che raggiunge dimensioni di un certo livello
Con la faccia intelligente e tanto pelo sulle orecchie, il gatto Maine Coon è uno dei più comunicativi, con i suoi vocalizzi che vi invitano a dargli attenzione. Volete sapere come mai ha queste dimensioni e che origine ha? Leggete un po’ di più di questo esemplare nel nostro articolo, che vi aiuterà anche a capire se fa per voi.
La sua storia
Il Maine Coon è un gatto americano, per l’esattezza deriva dal nord del paese, dalla regione del Maine, dalla quale prende la prima parte del suo nome. Il termine “coon”, invece, gli viene attribuito per la sua coda molto folta, che ricorda appunto quella di un procione.
Secondo alcune teorie, tuttavia, proverrebbe dal capitano Charles Coon, cioè colui che lo introdusse nel New England a partire dal XIX secolo. Dato che proviene da zone in cui gli inverni sono freddi e le temperature rigide, hanno un pelo molto folto, che permette di stare all’aperto senza patire questo problema.
Ma come nasce il Maine Coon? Sulla sua storia ci sono pareri discordanti: secondo alcuni i loro progenitori sono i Norvegesi delle Foreste, che sarebbero stati portati in America dai Vichinghi.
Secondo altri, invece, si tratta dell’incrocio tra una lince e un orsetto lavatore, ma questa è più una leggenda. C’è anche l’ipotesi che questi gatti giganti siano nati dall’accoppiamento dei sei gatti d’Angora salvati da Maria Antonietta durante la Rivoluzione Francese, ma in realtà questo esemplare sembra nato da incroci casuali di diverse razze nel Nord America.
Dovremo attendere il lontano 1986 perché il Maine Coon raggiunga il nostro paese, dove però sarà un animale molto amato.
Aspetto
Se non vogliamo definirlo un gatto gigante, si tratta comunque di un animale dalle dimensioni ragguardevoli, dotato di un corpo rettangolare: uno degli esemplari più grandi in circolazione. Il petto è ampio, la struttura ossea è molto pesante, arricchita da muscoli molto potenti, anche nelle gambe, che sono robuste.
Le zampe sono grandi, paffute e rotonde, con dita lunghe e distanziate, tanto che la capacità di presa di questo esemplare sono davvero straordinarie. Le orecchie sono grandi e aperte e hanno molto pelo, anche sulla punta, proprio come una lince. Gli occhi sono ovali, ben distanziati e possono essere caratterizzati da molti colori differenti.
Possono infatti essere gialli, color oro, verde, rame e in tutte le sfumature, non necessariamente in coordinato con il manto. Il punto di forza è il pelo, lungo e folto, che può anche raggiungere i 7 cm, ma irregolare, in quanto è corto sulle spalle ma va ad allungarsi sui fianchi e a compattarsi sulla pancia.
Molto aderente al corpo, può contare anche su un folto sottopelo, che lo aiuta a essere impermeabile all’acqua e quindi consente al gatto di camminare anche nella neve. La coda è lunga, spesso usata come copertura durante la notte, quando viene stesa lungo il corpo o arrotolata.
Il colore del mantello può essere di tutti i tipi, quindi è possibile che ci siano Maine Coon neri, marroni, persino calico, quindi tricolore, ma non lilac, point, cinnamon, fawne e chocolate, che sono fuori dagli standard. Il maschio può arrivare a pesare 11 kg, mentre la femmina si ferma ai 7 kg; la vita media va dai 14 ai 20 anni.
Carattere
Quello che distingue il Maine Coon dagli altri gatti è sicuramente il suo “parlare” continuo, fatto di vocalizzi, miagolii, proprio come se volesse comunicare verbalmente i suoi bisogni.
Se non siete disposti a sopportare questo aspetto, dovrete rinunciare a prendere un cucciolo, che potrebbe diventare anche un Maine Coon gigante, visto che si tratta del gatto più grande del mondo. L’allevatore saprà dirvi se correte anche questo rischio, ma, in alternativa, dotatevi dei migliori tappi per le orecchie, per lo meno per la notte!
Potrete arginare questa sua necessità di comunicare, dandogli la giusta attenzione e standogli vicino, visto che non ama essere messo in disparte. Si tratta di un esemplare molto socievole, che va d’accordo non solo con bambini e anziani, ma anche con gli altri animali, inclusi i cani.
Anche se , viste le sue dimensioni e il peso, può sembrare poco agile, è tutto il contrario, data la sua indole da cacciatore che viene aiutata dalla sua capacità di compiere salti. Non è aggressivo, non graffia ed è molto docile, per cui è un ottimo animale da compagnia: per permettergli, però, di sfogare il suo istinto, è opportuno trovare soluzioni appropriate.
Se vivete in un appartamento privo di giardino, avrà bisogno di un percorso appropriato, che gli consenta di vivere bene al chiuso, quindi è anche importante farlo giocare un bel po’.
La salute
Come accade per tutti gli animali di razza in generale, anche il Maine Coon ha qualche problema in merito: potrebbe infatti sviluppare la cardiomiopatia ipertrofica, la displasia dell’anca, le malattie renali o l’atrofia muscolare spinale.
Per prevenire problemi alle ossa, è bene non farlo mangiare troppo e quindi non portarlo all’obesità: se viene alimentato nella maniera corretta e curato bene, può vivere anche fino a 20 anni. Non richiede attenzioni particolari, anche se è bene pettinarlo in modo che, dato il pelo folto, non si creino nodi.
Portarlo alle visite dal veterinario sarà opportuno in maniera periodica e quando vi rendete conto che c’è qualcosa che non va: in questo modo potrete evitare danni più grossi. Se consideriamo che il prezzo di questo esemplare va dagli 800 ai 1500 euro, è facile capire come sia meglio usare una pettorina per gatti se lo si vuole portare in giro.
A patto che ci riusciate, visto che molto spesso si tratta di esemplari timidi e paurosi nei confronti degli estranei, il nostro consiglio è sempre quello di fare riferimento a dei bravi allevatori, in modo che il vostro micio arrivi corredato da pedigree, così da essere sicuri che sia stato curato bene sin dalla nascita.
https://mitesoro.it/wp-content/uploads/2021/02/5.Maine-Coon.jpg454900ContentP1https://mitesoro.it/wp-content/uploads/2020/12/mitesoro.pngContentP12021-02-23 14:36:272021-02-15 14:53:42Storia, carattere e origini del Maine Coon
Repellenti per gatti – Opinioni, Analisi e Guida all’Acquisto
Se il vostro gatto o quello dei vicini si diverte a devastare il giardino o a entrare nei vasi, che con fatica curate e assistete, è ora di procurarsi un repellente che impedisca ai mici di compiere le loro barbarie. Meglio evitare quelli chimici, che fanno male a loro ma anche a voi: nella nostra guida capirete come trovare quello giusto. Ecco intanto una piccola anteprima delle nostre scelte: PestExpel® Humane Anti Gatto Stuoia Animale Picchietto Deterrente è un tappeto lungo 200 cm e in plastica, ricoperto da spunzoni dello stesso materiale, che non fanno male alle zampette ma scoraggiano il gatto dall’immettersi in quella strada. Il costo è basso, quindi dedicato a tutti i budget. Ci è piaciuto anche Goushy Professionale Repellente Gatti Ultrasuoni Energia Solare IP66 Impermeabile, dalla caratteristica forma di gufo, dotato di un sensore che individua l’animale e attiva gli ultrasuoni e le 14 luci LED che lo spaventano e lo portano ad allontanarsi.
Gli 8 migliori repellenti per gatti – Classifica 2024
Non sapete come scegliere un buon repellente per gatti? Date un’occhiata a quelli più venduti del web: vi consigliamo i migliori, facendo una comparazione delle loro caratteristiche, e dove acquistare quello giusto per voi.
1. PestExpel® Humane Anti Gatto Stuoia Animale Picchietto Deterrente
Impedire ai gatti di entrare nella terra dei vasi o di scavare in giardino, sembra un’impresa ardua se non impossibile: se volete utilizzare un metodo naturale, quello di PestExpel è ciò che fa per voi.
Si tratta infatti di una rete in plastica da esterno, caratterizzata da tanti denti, che hanno la funzione di infastidire i cuscinetti del micio, che così sarà reticente nell’andare a rovinare quello che avete con fatica costruito.
In polipropilene riciclato, resiste anche agli agenti atmosferici, misura 200 x 30 cm, ma può essere facilmente ridimensionato utilizzando un buon paio di forbici. C’è chi lo usa anche come dissuasore per i piccioni, avendone un buon riscontro.
Il costo è competitivo, vista la lunghezza del prodotto, ma non tutti i gatti ne sono spaventati: quelli più astuti possono aggirare l’ostacolo, per cui sta a voi collocarlo in maniera intelligente.
Pro
Rete: Per non ricorrere a soluzioni pericolose, questo prodotto è utile a tenere lontani i gatti dalla terra, visto che consiste in una rete con spunzoni in plastica.
Ridimensionabile: Lunga 200 cm, può essere facilmente ritagliata utilizzando un coltello o delle forbici, a seconda dell’area da coprire.
Costo: Si tratta di un articolo dal prezzo basso, che convince chi ha un piccolo budget a disposizione.
Contro
Efficacia: I gatti più astuti sanno come aggirare facilmente la rete che fa da ostacolo, per cui non è un metodo risolutivo proprio con tutti.
Uno dei migliori repellenti per gatti del 2024 è quello di Goushy, se state cercando una soluzione ecologica e valida non solo per i mici. Questo oggetto può essere tanto appeso quanto piantato nel terreno e ha la forma di un gufo.
Le sue funzioni includono gli ultrasuoni e i LED luminosi, sistemi che allontanano gli animali fino a 10 m: si attiva una volta che ha rilevato la presenza di movimento e di calore corporeo, tramite il sensore incorporato a infrarossi, per avviare i rumori o le 14 luci lampeggianti, che partono dagli occhi del gufo.
Ha un grado di impermeabilità IP66, per cui può essere lasciato all’aperto e infatti si ricarica tanto tramite la luce solare, quanto con l’alimentazione USB. Facile da usare, può essere usato anche per allontanare i piccioni, anche se sembra meno efficace con questa tipologia di animali.
Il costo è interessante, visto che si tratta di una soluzione che non richiede ricambi.
Pro
Ecologico: Questo dissuasore lavora con gli ultrasuoni e le luci LED, quindi è una soluzione non inquinante e sicura per tutti.
Sensore a infrarossi: Questo elemento consente al gufo di rilevare la presenza di animali nelle vicinanze e di emettere suoni e attivare le 14 luci lampeggianti, per allontanare il pericolo.
Impermeabile: Può essere lasciato all’aperto, visto che è di grado IP66 e quindi resiste bene alle intemperie.
Contro
Non per tutti: Chi vuole utilizzarlo non solo per i gatti ma anche, per esempio, per i piccioni, potrebbe non avere il risultato sperato.
Tra i prodotti più venduti online c’è anche quello di Defenders, una soluzione in granuli che rientra tra i migliori repellenti per gatti. Si tratta infatti di granelli molto simili alla ghiaia, composti da oli naturali, che sono biodegradabili e che devono essere sparsi nel terreno, per tenere lontani gli animali.
Una soluzione anche idrorepellente, che quindi non dovrete nuovamente dosare per proteggere piante e vasi. Nella confezione sono presenti 450 g di prodotto, che possono coprire fino a un massimo di 150 mq.
Il tappo ha anche un dosatore che ne rende più semplice la distribuzione: buono il prezzo, tra i più economici del web, ma non sempre questo metodo risulta efficace. Infatti, secondo i pareri di alcuni utenti, presto i gatti si abituano al suo odore, che per l’umano è abbastanza disgustoso, perché molto simile a un concentrato di aglio.
Pro
Granuli: Questo prodotto è composto da granelli biodegradabili, rivestiti di oli naturali, che hanno lo scopo di tenere lontani gli animali dalle piante.
Idrorepellenti: I granuli resistono ad acqua e umido, per cui non dovrete di nuovo dosarli nel terreno se piove.
Prezzo: Una delle offerte più interessanti del web, visto che non implica una spesa importante a fronte di 450 g di prodotto.
Contro
Efficacia: Se utilizzato troppo a lungo, i gatti si abituano all’odore, che per gli umani è alquanto sgradevole, in quanto simile a un concentrato di aglio.
Quello di M’Ma Pets è uno spray a base di essenze vegetali, che accontenta chi sta cercando una soluzione ecologica e priva di alcol, propellenti, parabeni o altri elementi chimici che possono far male al padrone o all’animale.
Se non sapete quale repellente per gatti comprare, questo è quello giusto, visto che è un prodotto versatile, che può essere usato tanto per la casa quanto per l’esterno. Potrete infatti spruzzarlo sui divani, sul tavolo, sulle pareti oppure sulle piante, i muri esterni e così via, anche per impedire ai cani di marcare il territorio.
Per ottenere buoni risultati, l’azienda consiglia di applicarlo ogni giorno durante la prima settimana e poi a giorni alterni, in modo da far abituare l’animale a non eseguire la loro routine di distruzione. Arriva nel flacone da 500 ml a un buon prezzo, ma non è sempre efficace, in particolar modo con i gatti che amano i profumi agrumati.
Pro
Naturale: Quello di M’Ma Pets è uno spray ecologico privo di sostanze chimiche, dannose per gli animali e l’uomo.
Versatile: Può essere spruzzato tanto in casa, sui divani, i mobili o le pareti, quanto all’esterno, sui muri, nel giardino o dove non volete che gli animali vadano liberamente.
Costo: Il flacone da 500 ml ha un prezzo di vendita molto interessante, vista anche la quantità contenuta.
Contro
Efficacia: Se i vostri gatti amano gli odori agrumati, questo repellente non farà il suo dovere.
Il prodotto di Awlgak si serve degli ultrasuoni e della luce LED per spaventare gli animali e dissuaderli dall’entrare dove non devono. Grazie al sensore a infrarossi, riesce a rilevare la presenza del gatto, fino a una distanza massima di 8 m e con un arco dall’alto verso il basso di 50° e di 110° a sinistra e destra.
Permette di regolare su cinque livelli la potenza degli ultrasuoni, in base al tipo di animale che si intende tenere lontano e per evitare di provocare effetti indesiderati a quelli più sensibili. Dotato di una base con punta, può essere inserito nel terreno oppure appeso, grazie ai ganci posti sul retro, a un albero, un muro o dovunque serva. Ha la caratteristica forma di gufo, per cui, se state pensando di prenderlo anche per allontanare i piccioni, il suo aspetto potrebbe darvi un aiuto in più.
Il costo rientra nella media di quello di prodotti simili; qualche problema viene riscontrato nella regolazione della manopola relativa agli ultrasuoni, che non appare molto precisa.
Pro
Sensore: Quello a infrarossi permette al dissuasore di rilevare la presenza dell’animale a una distanza di 8 m.
Ultrasuoni: Questo elemento è regolabile di intensità in cinque livelli, grazie a una manopola, che permettono di optare per quello migliore da rapportare all’animale di riferimento, in modo da non causare reazioni avverse in quelli più sensibili.
Base: Quella in dotazione è a punta e può essere collocata nel terreno oppure si può optare per appendere il dissuasore tramite i ganci posti sul retro.
Contro
Manopola: Quella per la regolazione del livello degli ultrasuoni è poco precisa, per cui si può commettere l’errore di impostarla non su quello desiderato.
Tra i nostri preferiti rientra anche quello di Zonpor, un sistema a ultrasuoni che si carica direttamente con la luce del sole. Tuttavia, se non dovesse sempre essere una bella giornata, potrete utilizzare un alimentatore USB per mettere in moto la batteria.
Si può piantare nel terreno, come molti modelli simili, ma ha anche i ganci posteriori che permettono di appenderlo dove si vuole. Ha un grado di impermeabilità IP44, per cui può restare all’aperto ma non essere immerso nell’acqua.
Tramite il sensore a infrarossi rileva, fino a una distanza di 8 m, l’animale e attiva gli ultrasuoni, che avrete precedentemente regolato seguendo le indicazioni, in base al tipo di animale (per esempio, per il gatto dovrete scegliere il livello due).
Il costo è in linea con altri prodotti dello stesso genere, ma non appare un prodotto efficace anche con i piccioni, visto che non ha neppure le sembianze di un gufo.
Pro
Doppia carica: Questo repellente può essere caricato direttamente dalla luce del sole oppure tramite alimentatore USB.
Impermeabile: Risponde al grado IP44, per cui può stare all’aperto ma non essere immerso totalmente nell’acqua.
Regolabile: Gli ultrasuoni, che questo dissuasore usa, sono regolabili per intensità, in base all’animale da scacciare.
Contro
Non per i piccioni: Se volete un prodotto efficace anche con questi volatili, non è questo il modello giusto.
Un prodotto che non richiede un budget molto importante è proprio quello di Rhütten, uno spray che contiene un’essenza innocua per la salute degli animali, ma che ha il potere di tenerli lontani dai luoghi e dagli oggetti con cui non volete che interagiscano.
Con una piccola spesa potrete avere il flacone da 750 ml, dotato di spruzzino, che permette di irrorare divani, pareti, pavimenti, insomma tutte quelle superfici sulle quali solitamente il micio fa la pipì oppure le unghie.
L’odore sgradevole potrà però agire se sarete costanti e quindi, almeno per i primi tempi, spruzzerete il prodotto ogni settimana, fino a quando l’animale non avrà capito di non dover mantenere un certo tipo di comportamento.
Se però può essere utile con i gatti, c’è chi testimonia che lo stesso non si può dire con i cani, per cui, se la vostra intenzione è di contrastare questo tipo di animali, è preferibile optare per un’altra soluzione.
Pro
Rapporto quantità/prezzo: Questo articolo prevede un formato da 750 ml venduto a un costo molto basso, per cui è una spesa accessibile a tutti.
Sicuro: Basterà spruzzarlo con costanza sui mobili o sulle superfici su cui non si vuole che il gatto combini danni, anche perché è composto da sostanze non dannose per la salute.
Contro
Versatilità: Se appare efficace con i gatti, lo stesso non si può dire dei cani, che rimangono indifferenti al suo odore.
Se volete affidarvi a un marchio conosciuto, perché per voi è sinonimo e garanzia di qualità, date un’occhiata allo spray di Bayer, azienda da sempre creatrice di repellenti contro insetti e animali che danno fastidio.
In questo caso, il prodotto è un deodorante da 300 ml, in confezione con erogatore, che contiene essenze di menta ed eucalipto, ideali per tenere lontani gli animali domestici dai luoghi che sono soliti sporcare.
Innocuo per l’uomo, lascia in casa un profumo molto gradevole e può essere spruzzato un po’ dappertutto, visto che non lascia macchie o aloni. Se utilizzato con una certa costanza, educa il gatto a non rovinare le superfici o il cane a non fare la pipì nelle piante.
Il costo è abbastanza alto, in rapporto ad altri spray con lo stesso scopo, ed è necessario prestare attenzione se in casa si hanno bimbi al di sotto dei tre anni di età.
Pro
Profumazione: A differenza di altri spray, questo ha un odore gradevole, per cui non ne sarete disturbati se lo spruzzate in casa.
Con erogatore: Facile da usare, basta premere il tappo per diffondere l’essenza di menta ed eucalipto sulle superfici e allontanare gli animali.
Contro
Costo: Non è un prodotto dal prezzo concorrenziale, per cui potreste decidere di optare per altro, soprattutto se avete in casa bambini di età inferiore ai tre anni, per i quali è sconsigliato.
Spesso la curiosità dei nostri amici felini può sconfinare in zone off-limits della casa e causare qualche danno. È risaputo che i gatti sono degli esploratori provetti, anche se molte volte ficcano il muso dove non devono.
Quante volte vi è capitato di trovare aiuole distrutte, oggetti mordicchiati e divani graffiati? In effetti i nostri compagni pelosi amano giocare ma il più delle volte non capiscono che certe cose non le devono fare.
A questo punto la domanda sorge spontanea: “Come si può impedire a Micio di accedere a una determinata area della casa per evitare che combini guai?”. La risposta è semplice, basta scegliere un apposito repellente per gatti per uso interno o esterno.
In questa guida troverete tanti consigli utili per scegliere il prodotto più adatto a soddisfare le vostre esigenze.
L’importanza del repellente per gatti
I repellenti per gatti sono un’ottima soluzione per dissuadere Micio dall’accedere a zone a lui proibite o dall’affilare i suoi artigli su mobili e oggetti. In commercio esistono diversi tipi di repellente che possono impedire ai felini (e ad altri animali) di avvicinarsi alle cose che vogliamo preservare.
Il fattore più importante da tenere in considerazione prima di acquistarne uno, consiste nello scegliere un prodotto che sia sì funzionale, ma allo stesso tempo innocuo per la salute dei nostri amici a quattro zampe.
Pertanto è necessario valutare con cura il modello di dissuasore di cui si ha bisogno, perché il mercato offre un’immensa gamma di prodotti, indicati per uso interno, esterno o per entrambi i casi. In pratica, a seconda della motivazione per la quale si acquista un determinato disabituante, cambia il tipo di repellente da acquistare.
Un disabituante per ogni esigenza
Se volete tenere lontano dal vostro giardino i gatti randagi, potreste valutare l’idea di ricorrere all’utilizzo di un repellente a ultrasuoni. Diversamente, se desiderate correggere alcune cattive abitudini del vostro micio, potreste optare per un disabituante spray.
La scelta è davvero vasta e di repellenti per gatti se ne trovano davvero di ogni tipologia: in gel, in granuli, a tappetino, ecc.
Tipi di repellente per gatti
Il repellente a ultrasuoni per esempio, è un dispositivo che ha un certo raggio d’azione (a seconda del modello) e che è in grado di emettere delle frequenze sonore, che infastidiscono il felino ogni volta che questo si avvicina alla zona presidiata.
Solitamente si tratta di apparecchi dotati di sensori a infrarossi, che attivano le frequenze ogni volta che un animale si addentra nel suo raggio d’azione. Tale prodotto è particolarmente indicato per coprire delle aree esterne abbastanza grandi.
Il disabituante spray serve a correggere alcune cattive abitudini del felino, come per esempio: graffiare tappeti e divani, fare i bisogni fuori dalla lettiera, danneggiare oggetti, ecc. Il prodotto deve essere spruzzato tutti i giorni sull’oggetto che si desidera preservare, fino a quando il gatto non capisce che deve stare alla larga da quella zona.
Passata la prima settimana, se il felino ha imparato la lezione, riducete pian piano la frequenza di applicazione del prodotto. I disabituanti spray contengono sostanze olfattive che non vengono gradite dall’animale e ciò gli impedisce di avvicinarsi alla zona trattata.
Tuttavia esistono anche disabituanti che contengono sostanze odorose che calmano il gatto, impedendo al quadrupede di distruggere l’oggetto preso di mira.
Il repellente in granuli è indicato per proteggere piccole aree. Solitamente i granelli sono composti da piccole palline di gel, che emanano un odore che risulta alquanto sgradevole all’olfatto del gatto. In genere viene impiegato all’interno dei vasi, al fine di proteggere terra e piante dagli animali troppo curiosi.
Infine, tra i repellenti per gatti più diffusi, troviamo i tappetini dissuasori. Trattasi di dispositivi deterrenti che non agiscono né sull’udito né sull’olfatto dell’animale, bensì sul suo tatto. Solitamente questi tappetini sono realizzati in plastica o in PVC e sono sormontati da degli spunzoni che impediscono al felino di passarci sopra (senza causargli dolore).
In genere tali accessori vengono utilizzati all’esterno di un’abitazione, in prossimità di vasi e aiuole.
Destinazione d’uso e sicurezza
Come abbiamo visto, in commercio è possibile trovare diversi tipi di repellente per gatti. Scegliete sempre il prodotto più adatto a soddisfare le vostre necessità e accertatevi che questo sia indicato per lo specifico utilizzo che ne intendete fare.
Ricordate che lo scopo dell’impiego di un dissuasore per felini, è quello di allontanare il gatto da una determinata area della casa e non quello di fargli del male. In virtù di ciò, controllate sempre che il prodotto sia realizzato con materiali e sostanze che non recano alcun danno alla salute di Micio.
Come funziona il repellente per gatti
Il funzionamento di un repellente per gatti varia a seconda della tipologia di dissuasore scelto. In commercio esistono diversi prodotti che sono in grado di allontanare un felino da un oggetto o da un’area che si intende preservare.
Sul mercato è possibile trovare repellenti acustici, olfattivi e tattili; la scelta del dissuasore è determinata dalle esigenze che ognuno ha. Inoltre alcuni prodotti possono essere solo per uso interno o solo per uso esterno.
Cosa usare come repellente per gatti
Si sa che i felini hanno il senso dell’olfatto molto più sviluppato rispetto a quello umano; pertanto danno molta importanza agli odori presenti sul loro territorio. Alcuni di questi infastidiscono l’animale, respingendolo in maniera naturale da una determinata area, mentre altri odori attraggono il gatto come accade agli orsi con il miele.
Se a casa avete un micio come animale da compagnia, potete constatare voi stessi che cosa gli piace e cosa no. In genere tra gli odori che danno fastidio al gatto troviamo quelli molto forti, come per esempio: l’aceto, gli agrumi, la citronella, la cipolla, l’eucalipto, ecc.
Al contrario, tra gli odori che attraggono i gatti troviamo la salvia e l’erba gatta. Per esempio una valida soluzione per tenere Micio lontano dalle piante del giardino è proprio quello di piantare dell’erba gatta; in questo modo il quadrupede sarà totalmente rapito dall’odore che il suo olfatto gradisce maggiormente.
Diversamente potete ricorrere a dei dispositivi dissuasori sonori, che emettono frequenze che infastidiscono l’animale. Questa soluzione però è consigliabile applicarla soltanto in spazi aperti, per la copertura di aree molto grandi.
Per proteggere vasi e piccole zone all’aperto, potete prendere in considerazione l’idea di utilizzare dei tappetini dissuasori, al fine di impedire al felino di avvicinarsi all’oggetto o all’area da preservare.
Come fare in casa un repellente per gatti
Se non volete spendere denaro per acquistare dei repellenti per gatti, potete sempre realizzarne uno fai da te. Come abbiamo detto in precedenza, i nostri amici a quattro zampe non amano alcuni odori forti, pertanto è possibile creare dei dissuasori naturali, utilizzando alcuni ingredienti presenti in casa.
Alcuni oli essenziali per esempio, non sono affatto graditi all’olfatto di Micio, a causa del loro odore troppo intenso. Tra gli oli essenziali più noti citiamo quelli di: cannella, citronella, arancia, lavanda e rosmarino.
Per realizzare un repellente per gatti, basta diluire in acqua alcune gocce di una delle essenze sopra citate. Una volta ottenuta la soluzione, versatela in un vaporizzatore spray. Il dissuasore dovrà essere spruzzato sulle aree da preservare o sui mobili e sugli oggetti che volete proteggere.
Se desiderate ottenere un dissuasore più duraturo, intingete dei batuffoli di ovatta nella soluzione repellente e collocateli nelle zone che volete rendere off-limits a Micio. Chiaramente questo metodo risulta molto più efficace se viene utilizzato in luoghi chiusi, in quanto all’aria aperta l’odore si disperderebbe facilmente.
Se volete proteggere degli angoli di giardino o dei vasi, preparate un decotto di rosmarino molto concentrato. Versatelo in un nebulizzatore e spruzzatelo sulle piante o sulla zona che volete preservare.
Diversamente, per ottenere dei risultati permanenti, piantate delle piante di rosmarino, citronella, pungitopo o lavanda, in punti strategici del vostro giardino o dentro dei vasi.
Domande frequenti
Quanto costa un repellente per gatti?
I prezzi dei repellenti per gatti variano a seconda della tipologia di dissuasore che si intende acquistare. I modelli più costosi sono i dispositivi a infrarossi che emettono frequenze sonore, ma in genere si parla sempre di costi abbastanza accessibili.
Che si tratti di repellenti in gel, sonori, spray o tappetini dissuasori, in media i prezzi oscillano tra i 10 e i 25 euro. Chiaramente bisogna tenere in considerazione anche la durata e l’efficienza di ogni singolo prodotto e quindi quante volte è necessario ricomprare lo stesso articolo per prolungare l’effetto desiderato.
Valutate con attenzione se il repellente per gatti che intendete comprare serve per preservare piccole o grandi aree della casa e se serve per uso interno o esterno.
Si può utilizzare la candeggina come repellente per gatti?
La candeggina è una sostanza che emana un odore molto gradito ai gatti, infatti spesso viene utilizzata per abituarli a fare i bisogni all’interno della lettiera. Questo perché Micio viene attratto e indotto a espletare i propri bisogni nel luogo in cui percepisce quell’odore.
Purtroppo però tale pratica è sbagliata e può essere molto pericolosa per l’animale, in quanto la candeggina è tossica per lui quanto lo è per noi. Nonostante le esalazioni di questo detergente siano gradite al felino, non significa che questo sia immune alla tossicità del prodotto.
In pratica evitate di usare questo metodo, perché potrebbe nuocere gravemente alla salute del vostro amico a quattro zampe.
Si può usare l’aceto come repellente per gatti?
I gatti non amano gli odori troppo forti e quello dell’aceto come quello degli agrumi o della citronella, li infastidisce molto. Pertanto potete preparare una soluzione repellente, diluendo delle gocce di aceto di vino bianco o di mele in un litro d’acqua.
Una volta ottenuta la miscela, versatela in un nebulizzatore e spruzzatela sulle aree da preservare. Ovviamente se l’odore è troppo forte anche per voi, optate per una fragranza diversa, come per esempio la citronella, il rosmarino o la lavanda.
Qual è il miglior repellente per gatti?
Dipende dall’utilizzo che ne dovete fare. Innanzitutto quando scegliete un repellente per gatti fate molta attenzione alla durata dell’effetto del dissuasore. Se non si considerano i dispositivi a ultrasuoni e i tappetini con le punte, che possono durare anche molti anni, la prova del nove va fatta tra i repellenti in granuli e quelli spray.
Solitamente l’effetto di un dissuasore spray dura al massimo due giorni, mentre quello di un repellente in granuli può durare fino a due settimane: dipende dal tipo e dalla frequenza di utilizzo che dovete fare del prodotto.
In base a questo dato, orientate la vostra scelta sul prodotto più adatto a soddisfare le vostre esigenze.
https://mitesoro.it/wp-content/uploads/2021/03/HOW-to-repellente-per-gatti-2.jpg450901ContentP1https://mitesoro.it/wp-content/uploads/2020/12/mitesoro.pngContentP12021-03-03 09:24:252021-03-15 10:02:02Gli 8 migliori repellenti per gatti del 2024
Il Certosino è un gatto molto affettuoso, equilibrato e dalla forte personalità. Vediamo tutto quello che c’è da sapere su questa antica razza.
A differenza dei loro amici cani, i gatti da appartamento sono più indipendenti e facili da gestire, anche se ciò non toglie che alcune razze trovino più difficile abituarsi a vivere in casa. Per questo motivo, in fase di scelta bisogna tenere conto non solo delle caratteristiche fisiche e delle cure richieste dall’esemplare ma anche del carattere, che dovrebbe essere socievole e non troppo distaccato affinché si instaurino buone relazioni sociali sia con gli esseri umani sia con altri animali.
Tra le razze di gatto domestico che hanno dimostrato un indole docile e affettuosa, spicca in particolare il Certosino – o Chat de Chartreux in francese – un felino che deve la sua fama, oltre che allo splendido mantello grigio riflessato di blu, anche al temperamento calmo ed equilibrato che gli permette di adattarsi bene alla vita di appartamento. Scopriamo meglio l’origine, le caratteristiche generali e altre interessanti curiosità su questo affascinante gatto dal pelo argentato.
Le origini
Il certosino è un gatto a pelo corto sulle cui origini circolano molte leggende. I primi documenti che fanno riferimento ad animali simili risalgono al XVI secolo, presupponendo la presenza già in quel periodo di gatti dal manto blu-grigio, battezzati Catus Coeruleus (gatto blu) o anche Gatto di Malta. Un altro riferimento alla specie risale al 1735 nell’opera di Carlo Linneo relativa alle nomenclature zoologiche, dove il felino viene descritto come razza distinta e peculiare rispetto a quelle già esistenti all’epoca.
A prescindere dalle diatribe sulla genesi, quel che è certo è che si tratta di un gatto di origini francesi, importato nel nostro continente per la prima volta dai crociati di ritorno dalla Terra Santa. Tra le ipotesi più accreditate si segnala anche quella che ne fa risalire l’origine ai tempi dei monaci certosini (da cui appunto il nome della razza) che iniziarono ad allevare questi gatti blu per salvaguardare le scorte di cibo dalle infestazioni di topi ma, sembra, anche per vigilare sui preziosi manoscritti dell’ordine a rischio di distruzione a opera degli stessi roditori.
Purtroppo, in quel periodo pare che la sua folta e morbida pelliccia fosse sfruttata anche in sartoria e in medicina come cataplasma, mentre la sua carne veniva spesso utilizzata a scopo alimentare. A ogni modo, la selezione vera e propria della razza inizia di fatto verso la fine del XVII secolo in Francia, dove cominciò ufficialmente la sua riproduzione e diffusione. Il riconoscimento ufficiale del gatto certosino avviene nel 1939, riscuotendo un successo tale da permettergli di diventare il simbolo della nazione francese e apprezzato da personaggi illustri come Charles de Gaulle e la scrittrice Sidonie-Gabrielle Colette.
Il carattere del Certosino
L’indiscussa fama dei gatti certosini si deve sia alla loro bellezza sia al buon carattere che li rende compagni ideali per tutta la famiglia e soprattutto per le persone anziane che vivono da sole. Si tratta, infatti, di un felino sicuro di sé, calmo e dal temperamento equilibrato, che ben si adatta alla vita di appartamento ma che sa il fatto suo quando si ritrova a vivere all’aperto, dimostrando le sue eccellenti doti di predatore.
Sebbene sia un gatto da compagnia molto affettuoso e capace di legarsi indissolubilmente alla propria famiglia, non rinuncia comunque alla sua personalità rivelandosi anche un po’ schivo verso gli estranei. Oltre a dimostrarsi dolce e leale, non soffre la solitudine e nemmeno gli spostamenti, rivelandosi quindi la scelta ideale per chi non trascorre molto tempo a casa a causa del lavoro, premesso ovviamente che l’assenza del proprietario non si protragga per periodi troppo prolungati.
Inoltre, la sua estrema dolcezza e la limitata irritabilità ne fanno un ottimo animale per i bambini e le persone che soffrono di solitudine, tenendo però presente che non ama essere eccessivamente manipolato o tenuto in braccio. Oltre a ciò, non gradisce il rumore né il chiasso, prediligendo ambienti più tranquilli e con spazi abbastanza ampi visto che, nonostante la sua addomesticazione, rimane tuttora un agguerrito cacciatore (di topi e piccoli volatili).
Caratteristiche fisiche
Il Certosino è un gatto di medie dimensioni, agile e affusolato, mai grosso o rozzo. In genere, i maschi sono leggermente più grandi delle femmine, che dal canto loro si rivelano più tenaci e attive, oltre ad avere una corporatura simile al gatto domestico a pelo corto. Gli esemplari maschi, infatti, possono raggiungere anche gli otto chilogrammi di peso contro i sei delle femmine, ma in ambedue i casi si tratta di una razza tardiva che raggiunge la piena maturazione fisica a due-tre anni di età.
Entrambi, però, hanno una struttura massiccia e robusta con grandi occhi di colore giallo-oro particolarmente dolci ed espressivi la cui tonalità, a seconda dello standard di razza, può andare dal bronzo dorato all’ambra e al cuoio senza tracce di verde.
Le orecchie appaiono scarsamente pelose, gli arti sono molto lunghi e con zampe larghe, mentre la coda è di media lunghezza, affusolata e dalla punta leggermente arrotondata. Per quanto riguarda il mantello, le colorazioni variano molto a seconda dell’esemplare, ma è generalmente liscio, soffice e di colore grigio con riflessi blu e sfumature che vanno dal cenere all’ardesia, una caratteristica diluizione del nero di origine genetica maltese.
Sebbene nello standard ufficiale tutte le tonalità siano ammesse, per essere considerato di razza un certosino non deve mai presentare differenze cromatiche tra mantello e sottopelo, oltre ad avere un manto uniforme senza ombreggiature né striature.
Cura e prezzo del gatto Certosino
Prendersi cura di un Certosino non è difficile, visto che non ha atteggiamenti schizzinosi nei confronti del cibo e ama molto mangiare. Proprio per questo motivo, sarà possibile alternare la sua dieta con alimenti umidi e secchi, prestando però attenzione a dosare bene le quantità per evitare di avere un gatto in sovrappeso. Il pelo va spazzolato almeno una volta la settimana per evitare la formazione di nodi e accertarsi che non siano presenti ferite o pulci, mentre unghie, occhi e orecchie andranno puliti e controllati periodicamente.
Anche se si tratta di una razza felina che gode di buona salute, la somministrazione regolare di un vermifugo per gatto e deiprobiotici migliori si rivela fondamentale durante le prime 12 settimane di vita per rafforzare le difese immunitarie dell’animale e proteggerlo dall’attacco di parassiti e malattie trasmesse dalle zanzare.
Per quanto riguarda il prezzo, la spesa da sostenere per l’acquisto di un certosino cucciolo con pedigree si aggira tra 800 e 1.500 euro, ma per evitare spiacevoli truffe è sempre consigliabile rivolgersi all’ANFI (Associazione Nazionale Felina Italiana) e verificare che l’allevamento scelto sia riconosciuto.
https://mitesoro.it/wp-content/uploads/2021/03/2.Gatto-Certosino.jpg450900ContentP1https://mitesoro.it/wp-content/uploads/2020/12/mitesoro.pngContentP12021-03-16 21:38:552021-03-25 21:50:57Carattere, Cura e Altre Curiosità sul Gatto Certosino
Con le sue zampe corte e il carattere socievole, il Munchkin è diventato uno dei felini più popolari e amati al mondo. Se volete saperne di più, in questo articolo vi diremo tutto quello che c’è da sapere su questo simpaticissimo gatto bassotto.
Pur essendo una razza felina relativamente recente, il gatto Munchkin ha saputo ritagliarsi un posto nel cuore degli appassionati grazie al suo aspetto peculiare e all’indole docile. Oltre a essere un ottimo animale da compagnia, si dimostra estremamente dolce e paziente con i membri della sua famiglia, ma ha bisogno di molte coccole e attenzioni per rafforzare nel tempo il legame instaurato con i padroni, che in genere si crea fin da subito.
Insomma, se amate i felini di piccola taglia, dal carattere attivo e vivace, questo particolare gatto nano potrebbe essere la soluzione perfetta per voi, ma prima di adottarne uno dovrete valutare con attenzione se siete davvero in grado di prendervene cura.
Le origini della razza
Per quanto possa sembrare incredibile, i gatti nani esistono davvero e il Munchkinne è un esempio lampante. Questa particolare specie felina, di origini abbastanza recenti e non manipolata geneticamente dall’uomo, è frutto di una mutazione del tutto spontanea che, per la sua incredibile atipicità e rarità, spinse alcuni ricercatori statunitensi a preservarla nel tempo, impegno che nel 1995 venne ripagato con il riconoscimento ufficiale della razza.
La sua storia inizia, per la precisione, negli anni Trenta del XX secolo, quando in Inghilterra fu documentata la presenza di particolari gatti con zampe corte, anche se il gene responsabile di questo peculiare tratto somatico era già stato riscontrato in alcuni esemplari registrati qualche decennio prima in America.
Sebbene durante la Seconda Guerra Mondiale la razza rischiò l’estinzione, riapparve a Stalingrado nel 1956, dove fu soprannominato gatto canguro, e a New York nel 1964 quando una gatta di nome Blackberry diede alla luce sette cuccioli che presentavano questa mutazione.
Il primo allevamento ufficiale del moderno Munchkin fu opera dell’insegnante di musica Sandra Hochenedel che, insieme alla sua amica Kay La France, cominciò ad allevare questi felini nella sua piantagione in Louisiana nel 1983, dando così inizio alla diffusione della specie in tutto il mondo.
Caratteristiche fisiche
Nonostante il suo aspetto sia a dir poco sorprendente, il Munchkin è una razza felina del tutto naturale che si contraddistingue principalmente per le zampe piuttosto corte rispetto alla media. Questa particolare caratteristica gli ha conferito il simpatico appellativo di “gatto bassotto” ma, a differenza dei cani che portano lo stesso nome, è il risultato di una mutazione genetica del tutto naturale, quindi in questo caso la selezione artificiale dell’uomo non c’entra niente.
Ciò premesso, il gatto Munchkin ha un aspetto e uno standard più che riconoscibili: oltre alle dimensioni delle sue zampe, altri tratti distintivi della razza sono la testa di forma triangolare con zigomi sporgenti e muso piatto, e le orecchie grandi, erette e dalle punte leggermente arrotondate alle estremità.
Gli occhi sono ben distanziati e presentano una caratteristica forma a mandorla leggermente in obliquo, mentre il mantello può essere di diverse lunghezze: corto e soffice per le varianti “Shorthair” oppure medio e setoso per quelle “Longhair”. Nello standard di razza tutte le tonalità del pelo sono ammesse – dal bianco al marrone, passando per il grigio e il rosso – mostrando in genere disegni e ombreggiature molto diverse in base alla linea di sangue dell’esemplare.
Carattere e cura
Dolce piccolo coccolone: così possiamo definire il Munchkin, che si rivela particolarmente adatto a quelle persone che, non badano tanto alla bellezza estetica, quanto piuttosto alle manifestazioni affettive del carattere. Certo è che questo gatto, un po’ per le sua statura minuta un po’ per l’indole estremamente docile e affettuosa, riscuote sempre grande simpatia: i suoi grandi occhi espressivi e la spiccata devozione nei confronti del padrone lo rendono per molti aspetti simile a un cagnolino.
Trattandosi di un animale molto dipendente dall’uomo, è necessaria una certa esperienza da parte del proprietario, che non dovrebbe essere alle prime armi con i felini in genere. Caratterialmente è un gatto che ha bisogno di molte attenzioni e necessita, pertanto, di un padrone che possa dedicargli del tempo per coccolarlo e giocare con lui.
Inoltre, ama anche il contatto con i suoi simili e presenta spiccate “abilità sociali”: sa farsi benvolere da tutti, desta la solitudine e gli piace correre e giocare. Nonostante le sue zampe corte, è capace di saltare, anche se non così in alto come le altre specie feline, e ha bisogno di fare attività fisica per mantenersi in forma.
Malgrado il manto folto e soffice, non necessita di particolari cure per la toelettatura, ma occorre comunque spazzolarlo con una certa regolarità per evitare che dissemini fastidiosi peli in giro per casa, mentre i padiglioni delle grandi orecchie, scarsamente ricoperte di peluria, andranno puliti abbastanza di frequente con un batuffolo di cotone imbevuto di un prodotto specifico per il cerume.
Inoltre ha molto appetito poiché, avendo le zampe così corte, consuma più calorie e questa esigenza di cibo lo rende ancora più attento ai richiami e molto ubbidiente verso il padrone. Oltre a una fontanella automatica per gatti, bisognerà quindi predisporre nel suo ambiente una ciotola per la pappa e una buona lettiera per i bisogni.
Gatto Munchkin: prezzo
Se vi state chiedendo quanto vive un gatto Munchkin, in genere un esemplare di questa razza ha un’aspettativa media di vita pari a circa 15 anni. Poco diffuso in Italia, la maggior parte degli allevamenti ufficiali si trova negli Stati Uniti e in Francia, ma è comunque possibile rintracciare qualche allevatore serio e affidabile anche nel nostro Paese.
A ogni modo, tenete presente che il prezzo di un gatto nano oscilla tra i 500 e i 1.300 euro, a cui si dovranno aggiungere le eventuali spese per il trasporto e la regolarizzazione dell’animale qualora venga acquistato all’estero.
Piccole curiosità sul Gatto Munchkin
♦ La statura minuta del gatto Munchkin – di per sé già particolare – gli ha permesso addirittura di stabilire un record: nel 2013 un esemplare femmina registrato a Napa, in California, si è aggiudicato il titolo di gatto più piccolo del mondo, entrando nel Guinness dei Primati grazie ai suoi 13,30 cm di altezza.
♦ Un’altra particolarità di questo felino è la capacità di stare seduto sulle zampe posteriori, che essendo leggermente più lunghe di quelle anteriori gli permettono di mantenersi in equilibrio anche per parecchio tempo.
♦ Il nome “Munchkin” fu dato alla razza in onore degli gnomi “Mastichini” della fiaba de Il Meraviglioso Mondo di Oz.
Dovrei far castrare o sterilizzare il mio gatto? A quanto ammontano le spese? E quali sono i pro e i contro dell’intervento? A queste e altre domande cercheremo di rispondere nel nostro articolo in modo che possiate prendere le giuste decisioni.
Scegliere di far castrare o meno il proprio gatto non è una decisione facile, soprattutto se non si è mai affrontato il problema nella sua interezza. Nelle righe che seguono approfondiremo l’argomento nel dettaglio in modo che possiate risolvere tutti i vostri dubbi in merito alla sterilizzazione del vostro pet.
Castrazione gatto: perché e quando farla
Vi siete mai chiesti perché i gatti spariscono per giorni? Una delle ragioni più ovvie è data dal fatto che il proprio animale – femmina o maschio che sia – non è sterilizzatoe, quindi, tende ad allontanarsi da casa con maggiore frequenza per rispondere all’innato istinto sessuale di trovare un partner con cui accoppiarsi, salvo poi tornare nella sua dimora abituale ad affare concluso.
Oltre a marcare il territorio con la propria urina per segnalare la sua presenza ad altri consimili, un gatto maschio in calore è in grado di percepire l’odore di una gatta in estro anche a chilometri di distanza, diventando di conseguenza più nervoso e aggressivo. Pertanto, se il proprio micio non è stato castrato, si consiglia di prestare maggiore attenzione ai suoi comportamenti ed evitare di lasciare aperte porte egattaioleattraverso le quali potrebbe scappare.
Stesso discorso vale per le femmine che, a differenza della cagne, non hanno perdite ematiche dalla vulva quando sono pronte per l’accoppiamento e manifestano il calore attraverso miagolii insistenti e atteggiamenti più affettuosi nei confronti di persone e oggetti inanimati. A tal proposito, cogliamo l’occasione per ricordare che sterilizzare un gatto si rivela utile, non solo per evitare cucciolate indesiderate con conseguente abbandono dei gattini appena nati, ma anche per prevenire diversi problemi di salute e comportamenti pericolosi tra cui, oltre allo scappare di casa, l’aggressività, la tendenza a marcare il territorio e l’azzuffarsi con altri animali domestici che vivono in casa.
Per quanto riguarda le tempistiche, in genere si raccomanda di far castrare il proprio gatto alla fine dello sviluppo sessuale, ossia verso i 6-7 mesi di vita, o anche prima se la sua tendenza a marcare il territorio con l’urina diventa ingestibile, mentre l’età giusta per sterilizzare una gatta corrisponde allo stadio prepuberale, quando cioè l’esemplare non abbia ancora superato i 2,5 kg di peso e si trovi nella fase di anestro dopo il primo calore.
Sterilizzazione gatto maschio: pro e contro
Nonostante abbiano differenti dimensioni e atteggiamenti, il gatto è a tutti gli effetti un felino proprio come il leone e, in quanto tale, ha la necessità di far valere la sua presenza – soprattutto nel caso dei maschi – nei confronti degli altri contendenti appartenenti alla stessa specie e delle femmine che rientrano nel suo “harem”.
L’istinto irrefrenabile di scontrarsi con gli altri maschi e marcare il territorio fanno sì che il nostro piccolo gattino si trasformi in una furia cieca dalla violenza inaudita, dimenticando addirittura di far parte della nostra famiglia al punto da essere disposto a fare i bagagli e partire verso nuove avventure. Ma quando fa ritorno all’ovile ecco che cominciano i veri problemi, visto che spesso il proprio micio torna dimagrito, sciupato, pieno di ferite e, se viviamo in una zona di campagna, infestato da parassiti che sino a quel momento neanche sapevamo che esistessero.
E non è finita qui, perché nei periodi dell’anno in cui le femmine sono in calore il gatto inizia a spruzzare urina ovunque, lasciando su mobili, oggetti e indumenti un odore molto forte e pungente che si rivela abbastanza difficile da eradicare. Insomma, la convivenza in questi casi può addirittura diventare impossibile e l’unica soluzione per ovviare a simili disastri comportamentali è sicuramente la castrazione, che deve essere eseguita rigorosamente dal veterinario.
A dispetto di quanto si possa pensare, non si tratta di un intervento che va a modificare il carattere del proprio gatto, che dopo qualche giorno ritrova comunque la sua stabilità emotiva e torna a essere lo stesso di sempre, fatta eccezione per le problematiche legate alla sua sfera riproduttiva. Per farla breve il micio, una volta sterilizzato, smetterà di urinare in casa e di andarsene in giro da solo in cerca di avventure e, soprattutto, di guai!
Ma attenzione, perchénella sterilizzazione del gatto maschio le complicazioni sono comunque dietro l’angolo, comportando alcuni inconvenienti che sono, in genere, legati all’adozione di uno stile di vita più tranquillo e sedentario. È risaputo, infatti, che un gatto castrato tende a ingerire un maggior quantitativo di cibo andando incontro a fenomeni di obesità, con tutte le patologie connesse, e vari problemi alle vie urinarie che possono, a loro volta, comportare ulteriori disturbi come le calcolosi ostruttive.
Fortunatamente, si tratta di problematiche ben conosciute e facilmente diagnosticabili dal proprio veterinario, che sarà in grado di consigliare una terapia efficace e, qualora necessario, anche l’adozione di un regime alimentare ad hoc che possa prevenire l’aumento eccessivo di peso dell’animale.
Stesso discorso vale per la sterilizzazione della gatta,che oltre a ridurre il rischio di sviluppare tumori mammari (spesso maligni) e infezioni all’utero, rende l’animale più mansueto e meno incline alla fuga per accoppiarsi. Inoltre, anche in questi casi, si potranno risolvere i successivi problemi legati al sovrappeso e all’incontinenza urinaria con l’adozione di un corretto stile alimentare che, tra l’altro, non comporterà nessun disagio per il proprietario grazie alle numerose diete commerciali studiate appositamente per risolvere questi disturbi.
Costo sterilizzazione gatto
Quando si decide di adottare un gatto, oltre a considerare le spese necessarie per il suo mantenimento e le vaccinazioni obbligatorie, bisognerà tenere conto anche del costo relativo alla sterilizzazione, visto che si tratta di un intervento fortemente consigliato da esperti e veterinari. In genere, le tariffe richieste per la castrazione degli esemplari maschi si aggirano tra 80 e 85 euro, escluse le eventuali spese per la degenza post-operatoria (generalmente non necessaria), i farmaci aggiuntivi, le trasfusioni e così via.
Più elevato, invece, il costo della sterilizzazione della gatta, che essendo un’operazione più complessa e rischiosa può costare tra 130 e 190 euro, sebbene in entrambe i casi i prezzi tendano a variare notevolmente in base a diversi fattori, come il grado di difficoltà dell’intervento, lo stato di salute generale del paziente, il tempo richiesto per portare a termine l’operazione e le tariffe applicate nella zona in cui si trova la struttura scelta.
Se dopo aver letto il nostro articolo sulla sterilizzazione del gatto vi avanza un po’ di tempo, date un’occhiata al sito lachitarrafelice.it per scoprire qual è la migliore pedaliera multieffetto per chitarra elettrica.
https://mitesoro.it/wp-content/uploads/2021/04/1.Castrazione-del-gatto.jpeg460900ContentP1https://mitesoro.it/wp-content/uploads/2020/12/mitesoro.pngContentP12021-04-14 09:43:532021-04-08 10:10:36Castrazione del gatto: perché farla, quando farla, quanto costa
Affettuoso ed elegante, il persiano rappresenta una delle razze più diffuse al mondo non solo per il suo carattere docile, ma anche per l’aspetto molto particolare.
Storia
Molti lo identificano semplicemente come il gatto con muso schiacciato, senza realmente sapere dove è nata e come si è diffusa nel resto del mondo questa particolare e unica razza. Il persiano ha origini iraniane, l’antica Persia, da dove fu esportato per la prima volta negli anni ’20 del 1600 da Pietro della Valle, un orientalista italiano molto famoso tra le corti europee.
In realtà, il felino da lui scoperto non era affatto un Persiano, ma un Angora, dal pelo candido e decisamente più corto dell’altro. Fu infatti qualche anno dopo che lo studioso viaggiatore si innamorò di un esemplare più piccolo, tarchiato e dal lungo mantello facendolo conoscere dapprima in Italie e poi nel resto dell’Europa. Ma fu solo dopo il 1871, quando fu organizzata la prima esposizione felina in Inghilterra, che tale razza iniziò a essere selezionata secondo canoni estetici ben precisi.
Oggigiorno i gatti Persiani sono riconosciuti in quasi tutte le varianti di colori possibili, inoltre, alcune associazioni fanno rientrare sotto la stessa categoria anche l’Himalayano e l’Exotic Shorthair.
Morfologia
Prima di definire le caratteristiche fisiche più importanti del Persiano è doveroso innanzitutto fare una distinzione tra il normotipo, conosciuto in ambito espositivo come “doll face” e l’ipertipico. Il primo è accettato nelle Expo, presenta occhi grandi, rotondi, ben distanti tra loro e in armocromia con il colore del mantello. La struttura del corpo è compatta, forte e robusta, mentre le zampe sono piuttosto corte e massicce.
Il naso è corto e largo, tuttavia, a differenza dell’ipertipico che presenta un muso esageratamente schiacciato, tanto da provocare talvolta difficoltà respiratorie, lo stop in questo caso è marcato, ben visibile e centrato perfettamente tra gli occhi. Purtroppo però, a causa della sua particolarità la variante ipertipica è molto apprezzata tra gli estimatori di felini, tanto da rendere difficile la salvaguardia dell’originale.
Vi sono inoltre altre due razze ibride, come per esempio l’Himalayano, frutto di incrocio tra Persiano e Siamese, che gli dona una singolare colorazione chiamata point-lilac, e l’Exotic Shorthair, avente un pelo corto e il muso schiacciato, probabilmente ottenuto tramite l’ibridazione con gli American Shorthair. Il gatto Himalayano, a differenza del cugino, è più attivo: per questo motivo, consigliamo l’installazione di una gattaiolae di reti protettive sul balcone affinché possa uscire in totale tranquillità nelle zone esterne della casa.
Carattere
I persiani sono gatti affettuosi ed estremamente adatti alla vita casalinga: non è un caso infatti che si tratti della razza più diffusa al mondo, grazie al carattere malleabile e tollerabile nei confronti delle persone, dei bambini e di altri animali. A differenza di altri esemplari, come per esempio i Maine Coon o i Bengal, i Persiani sono davvero molto pacati e hanno un istinto predatorio poco sviluppato che li porta a trascorrere una vita per lo più sedentaria.
Tende a legare molto con i membri della famiglia, diventando la loro ombra e seguendoli in modo lento e sonnacchioso in giro per casa, tuttavia, questo gatto è poco incline nei confronti degli estranei, risultando piuttosto diffidente e distaccato.
I Persiani non amano eccessivamente la presenza di altri gatti o animali da compagnia, nonostante ciò, riteniamo sia sempre una questione di abitudine e un esemplare educato fin da cucciolo può imparare a convivere con i suoi simili o addirittura con dei cani senza grosse difficoltà.
Cura del pelo e salute
Tra tutti i tipi di gatti probabilmente il Persiano è la razza che richiede una maggiore cura del mantello, uno dei più lunghi in assoluto. Va dunque spazzolato tutti i giorni e lavato di tanto in tanto, per evitare la formazione di nodi molto fastidiosi e che vanno a incidere sulla corretta respirazione della pelle.
Anche agli occhi va particolare attenzione: tendono a lacrimare spesso e a formare una sorta di macchia gialla antiestetica. Ciò può diventare pericoloso per la salute oculare, poiché può causare la proliferazione di batteri con conseguente congiuntivite. Vi consigliamo dunque di munirvi di pettine in metallo a denti larghi, di un cardatore apposito per il pelo lungo, lozione specifica e salviette umide per la pulizia degli occhi.
Scegliere un buon allevamento è importante se si vogliono evitare malattie ereditarie come per esempio la PKD, conosciuta anche come rene policistico, poiché i soggetti vengono testati e non accoppiati se positivi.
Prezzo
Non è facile definire il costo di un gatto persiano, poiché tale valore nasconde una serie di elementi che per un allevatore sono di estrema importanza e che è necessario prendere in considerazione quando si decide di acquistare un esemplare di razza. Si parte infatti dalla partecipazione o meno dei genitori alle expo, non certo gratuite, alla cura e dalla dedizione nei confronti della salute e del pelo dei soggetti, all’enorme lavoro che è necessario fare durante la gravidanza, il parto e la crescita dei cuccioli, con conseguenti spese veterinarie.
Insomma, allevare dei gatti in ottime condizioni fisiche oltre che belli costa parecchio, ed è per questo che il prezzo cresce mano a mano che le attenzioni aumentano. Perun gatto persiano da compagnia è possibile arrivare a spendere circa 500 euro, fino ad arrivare anche a 5.000 per un esemplare da esposizione e for-breeding, ovvero che è possibile far accoppiare con altri soggetti muniti di pedigree.
La maggior parte degli allevatori infatti, obbliga i nuovi proprietari a sterilizzare i soggetti adottati una volta raggiunta la maturità sessuale, per evitare che questi possano scappare o accoppiarsi con altri gatti di strada.
Allevamenti
Come per i cani, anche i gatti di razza devono essere muniti di pedigree, affinché si possa certificare la loro genealogia, la presenza di malattie ereditarie e, infine, garantire la possibilità di partecipare a mostre ed expo nazionali e internazionali.
Chi cerca un esemplare di gatto persiano cucciolo puro dunque, dovrebbe sempre rivolgersi a un allevamento serio e dotato di affisso ANFI, ovvero riconosciuto dall’Associazione Nazionale Felina Italiana oppure FIFe, la Fédération Internationale Féline. Sono due enti estremamente importanti nell’ambito felino, che non valutano soltanto la bellezza ma anche la salute dei gatti allevati.
In Italia sono davvero molti gli allevamenti che si occupano della selezione di Persiani. Per questo motivo, data la loro enorme diffusione, vi consigliamo di controllare l’elenco sul sito ANFI o FIFe, e visitare quello più vicino a voi per poter valutare l’ambiente e la serietà dei gestori.
La comunicazione tra esseri viventi è importante, anche quella tra specie differenti. Scopriamo insieme come capire i gesti e i miagolii dei nostri adorati gatti.
Le prime notizie riguardo la convivenza tra uomini e gatti si hanno nelle raffigurazioni degli antichi Egizi, dove già a partire dal 3.000 a.C i piccoli felini erano considerati animali sacri e rappresentati dal dio Bastet. Già a quel tempo, dunque, si era ben consapevoli della superiorità di tale specie ed è infatti proprio in Africa che il Felis Lybica ha dato origine al gatto domestico che oggi ronfa sui nostri divani per buona parte della giornata ed entra ed esce dalla gattaiola sul terrazzo per potersi scaldare sotto i raggi del sole.
Non c’è niente di più rilassante di un piccolo felino che fa le fusa: ma che significato ha nel linguaggio dei gatti? C’è chi parla di un atteggiamento ancestrale, chi invece ipotizza un semplice modo per arruffianarsi gli ignari proprietari. Ma qual è la verità? E cosa vuol dire invece quel miagolio lungo e acuto quando cerchiamo di farlo entrare nel trasportino per andare dal veterinario? Scopriamolo insieme.
Le fusa
Ciò che interessa maggiormente i proprietari del linguaggio del gatto è dare un significato a quel piacevole rumore che sembra partire dalla pancia di questo piccolo animale e che riesce a rilassare e far sentire appagati nelle fredde serate invernali. In realtà, il suono è dovuto a un particolare movimento della laringe che si contrae e blocca lentamente l’aria che fuoriesce dai polmoni.
Purtroppo però, nonostante decenni di studi, non si è ancora compreso a pieno il motivo di tale comportamento. Ciò che chiaro invece è che viene utilizzato sia per mostrare benessere, sia durante uno stato di sofferenza acuta. Talvolta le fusa sono accompagnate da un atteggiamento conosciuto con il termine “pasta” che avviene con un movimento lento e coordinato delle zampe anteriori generalmente su una superficie morbida, come una coperta, un cuscino, oppure sul nostro maglione preferito.
I movimenti della coda del gatto
Tra i segnali più evidenti della comunicazione dei felini c’è proprio la posizione della parte finale della schiena, che si può arcuare e rialzare per rendere l’animale più minaccioso e difenderlo dagli attacchi esterni.
Se siete appena tornati a casa e il vostro piccolo felino vi corre incontro ad accogliervi con la coda alta, dritta e ferma, è molto felice di rivedervi, se invece è gonfia potrebbe voler significare che Fufy probabilmente vi preferiva lontani da lui, e che forse fareste meglio a non avvicinarvi troppo. Una coda bassa e arruffata sta a indicare paura e preoccupazione, mentre una in movimento ondulatorio potrebbe dimostrare un atteggiamento di predazione nei confronti di un topo, di un uccellino o magari dei vostri piedi.
Gli occhi
Nel linguaggio non conta solo la posizione del gatto: potrebbe stare perfettamente immobile ma comunicare solo attraverso lo sguardo. Se vi sta fissando in modo diretto, ha il pelo rizzato sulla schiena e le orecchie all’indietro, il piccolo felino potrebbe attaccare da un momento all’altro, anche solo per gioco. Se invece le pupille sono dilatate e la bocca aperta mostra i canini, allora potrebbe trattarsi di un atteggiamento di estrema difesa.
Le orecchie
Oltre la coda, ciò che i gatto muove maggiormente per comunicare con gli altri animali sono proprio le orecchie. Se sono piatte e tirate all’indietro, ciò indica una posa da difesa e protezione, di solito accompagnato a rigonfiamento del pelo e dall’inarcamento della schiena.
Quando invece le orecchie del gatto sono protese in avanti, dritte, lo sguardo è attento e fisso verso un muro, ciò che dovremmo chiederci è se la nostra casa è infestata dai fantasmi o semplicemente il piccolo felino ha captato un segnale non udibile dai comuni mortali.
I miagolii
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che i versi nei piccoli felini siano solo un modo per far comprendere meglio la lingua del gatto agli esseri umani, e che in realtà tra di loro non utilizzino affatto questo metodo per comunicare se non da cucciol nei confronti della mamma. Alcuni esemplari sembrano essere dei gran parlatori: miagolano di continuo per avvisare il proprietario della mancanza di cibo, della lettiera da pulire o semplicemente per rimproverarli di essere tornati tardi a casa.
Lo sbadiglio
Secondo alcuni etologi un gatto che sbadiglia potrebbe cercare di marcare il territorio con i suoi feromoni, tuttavia, in molti altri casi tale atteggiamento, comune alla maggior parte dei mammiferi, viene utilizzato per comunicare stress agli altri membri del branco. Se il vostro piccolo amico è rannicchiato, vi dà lentamente le spalle e sbadiglia, è preferibile lasciarlo sonnecchiare, poiché ha espresso chiaramente il desiderio di non invadere il suo spazio.
Le marcature
Generalmente, a parte in caso di disagio e dolore, i gatti non utilizzano le feci e le urine per comunicare con gli esseri umani, ma per delimitare e definire il proprio territorio nei confronti dei loro simili. Dunque, avere più esemplari non castrati in appartamento potrebbe non rappresentare una buona idea, poiché i felini potrebbero provare a segnalare le zone attraverso spruzzi di urina sui muri, i divani e persino il letto.
Il soffio
Non si tratta certo di un atteggiamento gentile, poiché soffiare e ringhiare indica un’estrema intolleranza o un tentativo difesa contro qualcuno. Spesso il soffio è preceduto o accompagnato da un ringhio acuto: più e lungo il suono, più il gatto potrebbe essere adirato e nervoso.
Perché il gatto che si stiracchia
Come per altri animali, lo stiracchiamento nei felini ha diversi significati, sia positivi sia negativi. Per esempio, a volte tale comportamento avviene dopo il risveglio, esattamente come capita alle persone.
Stendere i muscoli di fronte un altro animale o un bambino che vuole a tutti i costi accarezzare il gatto, rappresenta invece un avvertimento nei loro confronti: “stammi lontano altrimenti potrei non essere così gentile la prossima volta”.
Il dolore
Qual è la posizione del gatto quando sta male? Per capire se il nostro piccolo amico ha dolore è necessario tenere d’occhio alcuni piccoli segnali non sempre facili da riconoscere, ma che tuttavia potrebbero aiutarci a salvarlo correndo il prima possibile dal veterinario.
Per esempio, come abbiamo visto le fusa non sono solo sinonimo di rilassamento, ma talvolta possono presentarsi anche in caso di sofferenza dell’animale. Se si nasconde oppure tenta inspiegabilmente di mordervi mentre cercate di prenderlo, è molto probabile che stia male e che abbia qualche dolore.
Altri sintomi possono manifestarsi in un cambiamento della motilità intestinale con presenza di feci acquose o troppo dure, inoltre, anche l’espletamento dei bisogni fisiologici al di fuori della lettiera generalmente rappresenta e un campanello d’allarme da non sottovalutare.
https://mitesoro.it/wp-content/uploads/2021/04/2.Come-capire-il-linguaggio-dei-gatti.jpg480900ContentP1https://mitesoro.it/wp-content/uploads/2020/12/mitesoro.pngContentP12021-04-29 08:59:452021-09-27 12:35:07Come capire il linguaggio dei gatti: 10 cose da sapere
Cosa dovrebbero mangiare i nostri piccoli felini? Per lo più proteine e fibre. Scopriamo insieme come migliorare la loro dieta e aumentare l’aspettativa di vita.
Scatolette, bustine o croccantini? L’alimentazione del gatto in realtà non è così scontata come potreste pensare. Molti prodotti commerciali infatti, non contengono ingredienti equilibrati tra loro, e talvolta, a lungo andare, possono provocare diabete, obesità o problemi renali nei felini più sensibili o predisposti. Ma cosa mangiano i gatti in natura? Proteine e una piccola percentuale di fibre: nonostante si possa pensare il contrario, si tratta di animali carnivori e non onnivori, che faticano molto a digerire i carboidrati e gli zuccheri.
Quanto deve mangiare un gatto?
Le esigenze alimentari dei felini variano molto in base all’età e alla presenza di patologie: per esempio, un esemplare castrato potrebbe dover mangiare di meno rispetto a uno intero. In linea di massima però, si consiglia di somministrare circa 40 g di cibo per gatti umido per ogni chilogrammo di peso, tuttavia, tale valore non è fisso e il vostro piccolo amico potrebbe avere ancora fame.
L’ideale dunque, oltre alle bustine e alle scatolette contenenti bocconcini, è lasciare sempre a disposizione una ciotola con dei croccantini, in modo tale che le feci risultino anche più compatte. Considerata la consistenza secca delle crocchette e la poca attrazione dei felini nei confronti dell’acqua, è consigliabile l’utilizzo di unafontanella automatica per gatti, che possa invogliarli a bere con più frequenza.
Quante volte al giorno deve mangiare un gatto?
Nella dieta BARF o casalinga, le porzioni e le modalità di somministrazione sono piuttosto diverse rispetto all’alimentazione a base di cibo preconfezionato. Nel primo caso infatti, è necessario considerare la grandezza del pezzo di carne, che potrebbe bastare anche per un solo pasto o al massimo due. Differente è invece la bustina, che va data più volte al giorno fino a raggiungere la quantità specifica per il proprio gatto, che come abbiamo visto equivale a circa 40 g per ogni chilogrammo di peso.
Inoltre, alcuni felini tendono a mangiare voracemente, rischiando di rigurgitare tutto dopo pochi minuti dalla fine del pasto: per evitare ciò, è preferibile dunque elargire una piccola dose per volta, in modo tale che tra una portata e l’altra il vostro amico impari a effettuare delle pause.
Cosa fare in caso di patologie?
Purtroppo, anche i felini possono soffrire di malattie a carico del sistema digerente, come per esempio infiammazioni croniche che causano malassorbimento e diarrea. In questi casi, a meno che non si consulti uno specialista in nutrizione, in grado di formulare una dieta casalinga apposita per il vostro piccolo, è preferibile acquistare cibo per gatti consigliato dai veterinari, generalmente reperibile nei negozi di animali e in alcune farmacie. Contengono degli ingredienti medicati in grado di migliorare la situazione: per fortuna vi sono molti prodotti specifici per ogni tipo di malattia tra cui scegliere, come per esempio il diabete, problemi renali oppure obesità.
Dieta casalinga
Il modo migliore per alimentare il proprio felino in maniera sana ed equilibrata è optando per del cibo per gatti fatto in casa, utilizzando ingredienti a uso umano da acquistare in macelleria o al supermercato. Alcuni negozi di animali specializzati in realtà, vendono delle scatolette o bustine di alimenti congelati o da conservare in frigo, con dentro già tutto ciò di cui hanno bisogno.
La dieta BARF per esempio, prevede il consumo di quaglie intere, ali di pollo, parti di coniglio, pesce, e persino costolette di agnello che il gatto si divertirà a sgranocchiare per tutto il tempo necessario. Tale alimentazione non solo è la più vicina a quella che un felino farebbe in natura, poiché completamente cruda, ma è anche la più sana, sia per l’intestino gli altri organi, poiché maggiormente digeribile, sia per i denti, che risulteranno più bianchi e privi di tartaro.
La BARF viene generalmente consigliata nei soggetti affetti da IBD, diabete o insufficienza renale, in ogni caso, qualora preferiate fare da soli, sarebbe opportuno contattare un veterinario nutrizionista, che possa darvi maggiori informazioni riguardo le dosi specifiche per il vostro gatto.
Come formulare l’alimentazione dei gattini piccoli?
Nei primi 30 giorni di vita i felini necessitano ancora del latte materno per almeno cinque volte al giorno. Tuttavia, in mancanza della mamma l’unica soluzione prevede l’utilizzo di quello in polvere esclusivamente per cuccioli, che andrà somministrato con una siringa ogni sei ore circa. Un gatto di 2 mesi è invece già pronto per lo svezzamento, che è possibile praticare in modo naturale, ovvero con alimenti a uso umano come carne, pesce e omogeneizzati per bambini, oppure acquistando delle scatolette specifiche per gattini, facilmente reperibili nei negozi di animali.
Il pollo, il coniglio e la platessa sono gli alimenti più indicati per chi vuole seguire una dieta casalinga, tuttavia, è importante servirli sempre ben cotti e ridotti in pezzi minuscoli. Partite con una piccola quantità di cibo alla volta, affinché il cucciolo possa abituarsi gradualmente al nuovo sapore. Attenzione: l’intestino dei mici è davvero molto delicato in fase di crescita, dunque è opportuno evitare quanto più possibile pasti a base di latte o altri ingredienti che potrebbero causare diarrea e gastroenteriti, talvolta fatali.
Alimenti vietati
Come per i cani, anche i gatti dovrebbero evitare alcuni cibi poiché tossici per il loro organismo. Al primo posto inseriamo il latte: a parte quello specifico per cuccioli, da acquistare nei negozi specializzati per animali, i felini adulti non digeriscono il lattosio, che potrebbe causare mal di pancia e dissenteria. Anche l’aglio e la cipolla andrebbero banditi, poiché contengono dei particolari enzimi in grado di annientare i globuli rossi e provocare anemia.
Cioccolato e dolci: molti gatti sono golosi di cibi zuccherati, tuttavia, a lungo andare possono andare incontro a diabete e insufficienza renale, inoltre, le stesse reazioni possono avvenire in seguito all’ingestione di frutta secca oppure a guscio.
Infine, vi suggeriamo di non dare mai le scatolette per cani ai vostri piccoli felini, poichè gli ingredienti sono formulati appositamente per i primi e presentano un numero troppo alto di fibre e carboidrati, inoltre, non contengono taurina, un elemento essenziale per l’organismo dei gatti.
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